Ucraina Russia, news sulla guerra di oggi |Vertice Ue, raggiunto l’accordo sull’embargo al petrolio russo. Zelensky: «Restate uniti»

di Francesco Battistini, Marta Serafini

Le notizie di martedì 31 maggio sulla guerra, in diretta. Nell’intesa dell’Ue, oltre all’embargo sul petrolio russo (con eccezioni da tenere d’occhio) c’è l’ingresso nella black list del patriarca Kirill e l’esclusione dal sistema Swift di Sberbank

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Mariupol (Afp)

• La guerra in Ucraina è arrivata al 97esimo giorno.
• Il presidente turco Erdogan ha proposto, nel corso di una conversazione telefonica con l’omologo russo Putin, di tenere un incontro a Istanbul tra le delegazioni di Russia, Ucraina e Onu.
• I russi avanzano nel Donbass: vicina alla resa la città di Severodonetsk, dove ieri è stato ucciso un giornalista francese.
• La procuratrice generale di Kiev, Irina Venediktova, ha annunciato il primo processo a un militare russo accusato di stupro. A finire alla sbarra sarà Mikhail Romanov.
• Il presidente Usa Joe Biden ha detto che non prevede di spedire missili in Ucraina che potrebbero raggiungere il territorio russo.
• Raggiunto nella serata di ieri al vertice europeo un accordo sull’embargo al petrolio russo che è parte del sesto pacchetto di sanzioni contro Mosca.

Ore 08:14 –

Ore 08:14 – Petrolio: in netto rialzo, Brent a 123,32 dollari (+1,36%)

Petrolio in netto rialzo dopo l’accordo al vertice europeo sull’embargo all’oro nero russo: il Brent è trattato a 123,32 dollari al barile, in rialzo dell’1,36%, riaggiornando i livelli massimi toccati negli ultimi 2 mesi. Il Wti è a 118,57 dollari al barile con un progresso del 3,04%.

Ore 08:13 – Bambin «rubati» in Ucraina, il decreto di Putin che autorizza l’adozione

(Federico Fubini) Il sacco dell’Ucraina muove ogni giorno un passo più in là. Dopo il grano del Donbass e l’acciaio di Mariupol, inizia ufficialmente anche il grande furto dei bambini. Vladimir Putin ha già conquistato ampie aree dell’Est e del Sud del Paese e non sta perdendo tempo nel confiscare quanto l’Ucraina possiede di più prezioso o di quanto alla Russia manca più drammaticamente. Di questi giorni sono le informazioni sui trasporti di metallo verso Rostov-sul-Don attraverso il Mar d’Azov o di quelli di cereali dalle città sotto il tallone di Mosca.

Ieri però il dittatore del Cremlino ha messo la sua firma sulla decisione forse più sfrontata : un «ukaze» (editto) per fare bottino di guerra anche dell’infanzia della nazione aggredita. L’obiettivo è russificare a forza gli orfani e i minori strappati ai loro genitori in Ucraina, obbligarli a un giuramento di adesione e fedeltà al regime che ha distrutto le loro famiglie, dar loro nuove madri e padri schierati con l’esercito che sta oggi devastando le loro terre. L’intenzione dell’ukaze di Putin è fare dei piccoli ucraini senza più genitori — migliaia di loro nelle regioni sottomesse — giovani russi che in futuro potranno unirsi all’esercito di Mosca . Anche per questo l’invasore porta via tutto ciò che può, finché può, mentre ancora la guerra infuria.

Qui, per leggere l’articolo completo

Ore 08:05 – Ambasciatore russo a Vienna: «Ue si contraddice, presto nuovi importatori»

L’ambasciatore russo a Vienna Mikhail Ulyanov polemizza su Twitter con i leader dell’Unione europea e sottolinea le loro contraddizioni: in particolare, considera «giusta» l’affermazione di ieri della presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, sul fatto che la Russia troverà presto nuovi importatori di petrolio.

«È degno di nota – sottolinea Ulyanov – il fatto che ora contraddice la sua affermazione di ieri. Un cambio di mentalità molto rapido indica che l’Ue non è in buona forma». In un altro post, in cui commenta L’annuncio del presidente del Consiglio Europeo Charles Michel sull’embargo al petrolio, non si trattiene dal «porre una domanda provocatoria e irresponsabile nella mia veste privata (non ufficiale). Se l’Ue è così ansiosa di tagliare la maggior parte delle forniture petrolifere russe entro la fine dell’anno, perché la Russia non può decidere di soddisfare le aspirazioni europee molto prima come gesto amichevole?».

Ore 07:04 – Cos’è questo accordo sull’embargo al petrolio russo raggiunto dall’Ue

(Gianluca Mercuri) L’Unione europea ha finalmente raggiunto l’accordo sul sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia, quello che riguarda il petrolio e che era stato annunciato dall’inizio di maggio.

Dopo negoziati che si sono trascinati fino a notte, l’Ungheria ha ottenuto la deroga che cercava, ma il suo «no» all’embargo ha aiutato anche altri Paesi a dissimulare dubbi e divisioni. Quelle inevitabili tra 27 Stati alle prese con scenari imprevedibili fino a pochi mesi fa, e con interessi geostrategici che non possono coincidere automaticamente.

Ma sono anche le divisioni che permettono ai russi di procedere, in modo lento ma all’apparenza inesorabile, nella conquista del Donbass.

È un’intesa complicata per la tempistica, le eccezioni, i calcoli sulla sua durata e le valutazioni sulle sue conseguenze.

Punto per punto:
Embargo solo via mare
Il divieto d’importazione riguarderà solo il petrolio che arriva via mare, non quello che arriva attraverso l’oleodotto Druzhba, che rifornisce l’Ungheria ma anche Germania e Polonia. Anche la Repubblica ceca ha ottenuto una deroga di 18 mesi. Per tutti gli altri Paesi il divieto entrerà in vigore entro la fine dell’anno.
Quanto petrolio russo sarà bandito? «Il blocco permetterà di tagliare due terzi del petrolio importato dalla Russia», assicura il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. «Vieterà il 90% del greggio russo», calcola invece Ursula von der Leyen. La presidente della Commissione europea considera infatti l’impegno di Germania e Polonia a fare a meno entro l’anno del petrolio russo, anche di quello che arriva via oleodotto. E quindi l’unica deroga riguarderà l’Ungheria, che importa solo il 7% del totale europeo. Il suo premier Viktor Orbán può dunque proclamarsi vincitore, anche se l’Ue sottolinea la temporaneità della deroga.
Qual è la posizione italiana? L’Italia, insieme ad altri Paesi, si era mostrata perplessa sul rischio che Germania e Polonia sfruttino a loro vantaggio la deroga ottenuta dall’Ungheria. Non a caso, Draghi aveva chiesto di «mantenere unità sulle sanzioni» sottolineando che «l’Italia è d’accordo sul pacchetto purché non ci siano squilibri tra gli Stati Ue». Ora Roma si aspetta che Berlino e Varsavia mantengano l’impegno.
Le altre misure
Oltre all’embargo, il sesto pacchetto di sanzioni prevede l’esclusione dallo Swift (Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication, il sistema che consente le transazioni interbancarie) di Sberbank, la principale banca russa, e l’inserimento nella blacklist di altre personalità, tra cui il patriarca ortodosso Kirill.
Ma qual è il valore politico dell’embargo?
Per capirlo bisogna leggere Danilo Taino: «Il blocco ci sarà ma entro fine anno, quando la guerra sarà probabilmente finita. Nonostante il via libera di stanotte, a Kiev e in alcune capitali europee il timore è che la determinazione di certi governi a sostenere l’Ucraina sia in recessione. L’invasione lanciata da Putin è entrata in una fase decisiva che potrebbe determinare gli esiti della guerra».

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