Manca la capacità di parlare chiaro

di Angelo Panebianco

È del tutto comprensibile, che tante persone ignorino la relazione che c’è fra gli assetti del mondo e la loro personale esistenza. Ed è normale voltare la testa dall’altra parte. Spetta ai leader dire la verità , preparare le persone a ciò che li attende

Q uando esplode una crisi così grave da segnare una cesura radicale con il passato, è una comprensibile forma di autoinganno raccontarsi che, non appena la temperie attuale sarà superata, tutto ricomincerà come prima, si potrà tornare alla «normalità». Intendendo per normalità la vita che si conduceva prima che la crisi si manifestasse. Le divisioni alimentate in Italia, e comunque in Italia con particolare intensità, dalla invasione russa dell’Ucraina non sono soltanto una dimostrazione della forza del partito anti- americano e dell’elevato numero di coloro c he detestano istituzioni e simboli della democrazia occidentale.

Forza e numeri la cui consistenza può stupire solo coloro che ignorano la storia di questo Paese, la sua antica, faticosa coabitazione fra opposte visioni del mondo. C’è anche, a malapena celato dalle divisioni ideologiche, qualcosa d’altro: una sorta di rimozione, di negazione della realtà che nasce da un diffuso desiderio di rassicurazione collettiva. Quale persona ragionevole può diss entire quando sente invocare la cessazione delle ostilità? Però alcuni, e forse non pochi, fra coloro che chiedono la fine della guerra hanno l’aria di sottintendere anche altro. Hanno l’aria di credere, o di fingere di credere, che, una volta che le armi tacciano, il mondo (il nostro mondo) possa tornare ad essere quello di prima. Chi sottintende ciò pensa, o finge di pensare, una cosa manifestamente falsa.

Quando in Ucraina taceranno le armi (ma non finiranno certo le ostilità: nella migliore delle ipotesi, ci potrà essere, prima o poi, solo una tregua armata), tanti che oggi rifiutano l’idea, dovranno riconoscere che sono definitivamente cambiate le condizioni internazionali e che ciò avrà rilevanti conseguenze per le loro stesse vite.

In Europa la guerra ucraina ha definitivamente certificato la fine dell’assetto e degli equilibri sorti con la disgregazione dell’Unione Sovietica nel 1991 e successivamente indeboliti, una picconata alla volta, dall’aggressione russa in Georgia (2008) e poi in Crimea e Donbass (2014). Forse un giorno si affermerà un nuovo sistema di sicurezza europeo condiviso e garantito dalle grandi potenze. Ma ci vorrà tempo e, probabilmente, anche un cambiamento, al momento non ipotizzabile, poco plausibile, nel sistema di potere vigente in Russia. Fino ad allora si dovrà convivere in Europa con lo spettro e il rischio di nuovi e più allargati conflitti.

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.