Il tetto al prezzo del gas al vertice Ue. Ma resta la spaccatura sul petrolio

di Francesca Basso

Berlino vuole estendere l’esenzione per l’Ungheria all’oleodotto che serve Germania e Polonia. L’ipotesi di approvare il pacchetto in due fasi

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DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE BRUXELLES L’Italia segna un punto nella sua battaglia per introdurre un tetto al prezzo del gas a livello internazionale: Roma ha ottenuto un’apertura sul tema dopo l’opposizione durata mesi da parte dei Paesi nordici, Germania e Olanda in testa. Nelle conclusioni del summit straordinario dei leader Ue, che si tiene oggi e domani a Bruxelles, si legge che «il Consiglio europeo invita la Commissione a esplorare con i partner internazionali le modalità per frenare l’aumento dei prezzi dell’energia, compresa la fattibilità dell’introduzione di tetti ai prezzi temporanei». Fondamentale è stata l’azione del ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani su Berlino venerdì scorso al G7 Energia. Mentre la richiesta di inserire «prospettive di pace» nella parte dedicata al sostegno dell’Ucraina, caldeggiata anche da Grecia e Cipro, non sembra concretizzarsi.

E ancora niente accordo tra i Paesi Ue sul sesto pacchetto di sanzioni contro Mosca per l’invasione dell’Ucraina. L’embargo sul petrolio russo continua a dividere, così come in queste ore sta dividendo la telefonata al presidente russo Vladimir Putin fatta dal presidente francese Emmanuel Macron e dal cancelliere tedesco Olaf Scholz sabato scorso e precedentemente dal premier Mario Draghi, nel tentativo di arrivare a dei negoziati e sbloccare le esportazioni del grano e dei cereali ucraini per scongiurare una crisi alimentare mondiale. I Paesi Baltici e dell’Europa orientale non hanno apprezzato la mossa diplomatica. Oggi sarà il presidente turco Recep Tayyip Erdogan a chiamare Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky nel tentativo di aprire un dialogo tra Mosca e Kiev.

Intanto è stallo sull’embargo. La riunione di quattro ore degli ambasciatori presso la Ue ieri non ha permesso di sbloccare la situazione, si rivedranno questa mattina. Resta il veto dell’Ungheria ma ieri pomeriggio anche altri Paesi, tra cui l’Olanda, hanno sollevato perplessità per la soluzione proposta che prevede delle esenzioni. Il Consiglio europeo straordinario inizierà solo nel pomeriggio e il tentativo è trovare una sintesi nelle prossime ore.

Si sta consolidando a livello tecnico l’opzione di «procedere in due fasi», spiegava ieri una fonte diplomatica al termine dell’incontro, ma prima è necessario verificare che tutti i 27 Paesi Ue siano d’accordo. Il sesto pacchetto verrebbe adottato subito con l’eccezione temporanea delle importazioni di petrolio tramite l’oleodotto Druzhba, che dovrebbero essere coperte da nuove misure e in una seconda fase, nel giro di qualche settimana, per lasciare un po’ più di tempo per trovare una soluzione ai Paesi fortemente dipendenti dall’oleodotto: Ungheria, Slovacchia e Cechia. Alla fine, l’intero pacchetto iniziale verrebbe ricostituito, incluse le importazioni di greggio via oleodotto.

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