Ucraina Russia, news sulla guerra di oggi | Lavrov: «Putin malato? Solo voci». Zelensky licenzia il capo della sicurezza di Kharkiv

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Il presidente Volodymyr Zelensky ha affermato che le condizioni nel Donbass sono «indescrivibilmente complicate».

Un monito che si porta dietro molte domande sulle future mosse di Mosca e di Kiev, la guerra ha evidenziato che sarebbe un errore dare tutto per scontato.

I russi avanzano, assediano Severodonetsk e — anche se non dovesse essere una vittoria fondamentale, come sostiene l’Institute for the Study of War — sono vicini a conquistare la più importante città della regione ancora in mano ucraina.

Il timore però è che l’Armata, dopo aver aggiustato gli errori della prima fase, sia rinfrancata dai successi a Est e possa ricominciare l’offensiva in altre aree del Paese: ad esempio, a Kharkiv, la seconda città del Paese, dove gli ucraini avevano condotto con successo una controffensiva che aveva ricacciato i russi fino al confine.

(Qui l’articolo integrale)

Ore 06:49 – Zelensky rimuove il capo della sicurezza di Kharkiv

Con una mossa senza precedenti in questi tre mesi di guerra, il presidente ucraino Zelensky, dopo aver visitato i soldati impegnati in prima linea sul fronte di Kharkiv, ha deciso ieri di rimuovere il capo della sicurezza della città perché a suo avviso «non ha lavorato per la difesa della città».

Ore 06:46 – Lavrov e la malattia di Putin: «Tutto falso»

La salute del presidente russo, Vladimir Putin, così come la sua famiglia, sono argomenti intoccabili, in Russia.

Ma nella serata di domenica, di fronte a una esplicita domanda del canale televisivo francese TF1, Lavrov è stato costretto a dichiarare che no, Putin — a suo dire — non è affatto malato.

«Non credo che chiunque sia lucido possa vedere» in Putin «i sintomi di una qualsiasi malattia», ha detto.

Il ministro degli Esteri di Mosca ha poi sottolineato che Putin — che compirà 70 anni in ottobre — appare in pubblico «ogni giorno»: lo si può vedere «sullo schermo, lo si può leggere, si possono ascoltare i suoi discorsi. Lascio a coloro che diffondono tali voci di risolvere la questione con la loro coscienza, nonostante le opportunità quotidiane che hanno per verificare cosa sta succedendo».

Ore 06:44 – Lavrov, la «liberazione del Donbass» e il dialogo con l’Occidente

Il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov ha parlato, nella serata di domenica, al canale francese Tf1.

Due i messaggi principali che ha voluto rilanciare: il primo riguarda la «liberazione» del Donbass. «La nostra priorità assoluta», ha detto, «è la liberazione delle repubbliche di Donetsk e Lugansk, che sono ormai riconosciute dalla Russia come Stati indipendenti. Il futuro dei territori dell’Ucraina dove la Russia sta conducendo la sua operazione militare speciale dovrebbe essere deciso dai loro cittadini».

(Lavrov non ha però ricordato come sia proprio l’esercito russo che in questo momento sta devastando le città del Donbass, distruggendo ogni tipo di edificio e di infrastruttura con l’artiglieria pesante).

Il secondo messaggio riguarda la disponibilità di Putin a tenere aperto un canale di dialogo: «La Russia non crede che le porte per la ripresa del dialogo con l’Occidente siano chiuse», ha detto, e «Vladimir Putin non rifiuta mai contatti con colleghi stranieri». Anche in questo caso si tratta di una affermazione quantomeno incompleta, visto che Putin ha più volte ribadito, nelle ultime settimane, di non essere pronto al confronto con il capo dello Stato che il suo esercito sta attaccando, cioè Volodymyr Zelensky, presidente ucraino.

Lavrov ha chiesto anche la «smilitarizzazione» dell’Ucraina (al momento difficilmente ipotizzabile, visto che Kiev si trova sotto attacco da parte della Russia) e ha incredibilmente sostenuto che l’operazione della Russia è «lunga» per «non attaccare i civili»: una frase che suona ferocemente ironica visto l’altissimo numero di vittime civili del conflitto, la distruzione delle città, il numero enorme di sfollati ed emigrati causati dalla guerra.

Il ministro degli Esteri russo ha anche affermato che l’Occidente aveva pianificato da tempo le sanzioni contro la Russia. «Queste sanzioni, che sono più che altro un’isteria, direi un’agonia, sono partite dall’Occidente. La velocità cui sono state imposte e il loro obiettivo provano che non sono state inventate dall’oggi al domani. Erano pianificate da parecchio tempo ed è improbabile che verranno cancellate».

Le sanzioni sono state però approvate in pacchetti successivi, sia dall’Europa, sia dagli Stati Uniti, sia dalla Gran Bretagna e dai loro alleati, e Lavrov non ha offerto prove di quanto sostiene sulla «premeditazione» occidentale.

Ore 06:06 – Salta accordo Ue sul sesto pacchetto di sanzioni alla Russia

(Francesca Basso, corrispondente a Bruxelles) Niente accordo tra i Paesi Ue sul sesto pacchetto di sanzioni contro Mosca per l’invasione dell’Ucraina. L’embargo sul petrolio russo continua a dividere, così come in queste ore sta dividendo la telefonata al presidente russo Vladimir Putin fatta dal presidente francese Emmanuel Macron e dal cancelliere tedesco Olaf Scholz sabato scorso e precedentemente dal premier Mario Draghi, nel tentativo di arrivare a dei negoziati e sbloccare le esportazioni del grano e dei cereali ucraini per scongiurare una crisi alimentare mondiale (qui l’articolo integrale)

Ore 05:59 – Come prosegue l’avanzata russa nel Donbass

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Il presidente Volodymyr Zelensky ha affermato che le condizioni nel Donbass sono «indescrivibilmente complicate». Un monito che si porta dietro molte domande sulle future mosse di Mosca e di Kiev, la guerra ha evidenziato che sarebbe un errore dare tutto per scontato. Perché il grido d’allarme? I russi avanzano, assediano Severodonetsk e — anche se non dovesse essere una vittoria fondamentale, come sostiene l’Institute for the Study of War — sono vicini a conquistare la più importante città della regione ancora in mano ucraina (leggi qui l’articilo integrale)

Ore 04:43 – I raid russi su Mykolaiv

Le forze russe hanno colpito ieri sera la città di Novyi Buh, nell’oblast meridionale ucraino di Mykolaiv. Lo riportano le autorità locali, citate dal Kyiv Independent. Il Consiglio comunale di Novyi Buh ha riferito che la parte centrale della città ha subito danni significativi a causa di un attacco aereo russo. Al momento non sono disponibili informazioni sulle vittime.

Ore 03:02 – «La Nato ha il diritto di schierarsi nell’Europa orientale»

«La Nato non è più vincolata dagli impegni passati a trattenersi dal dispiegare le sue forze nell’Europa orientale«, ha affermato il vice segretario generale dell’alleanza guidata dagli Stati Uniti. La stessa Mosca ha «privato di qualsiasi contenuto» l’atto costitutivo della Nato-Russia, attaccando l’Ucraina e interrompendo il dialogo con l’alleanza, ha detto Mircea Geoana all’agenziaFrance-Presse. In base all’Atto istitutivo del 1997, inteso a ripristinare le relazioni tra la Russia e l’Alleanza, entrambe le parti hanno convenuto di lavorare per «impedire qualsiasi accumulo potenzialmente minaccioso di forze convenzionali nelle regioni concordate dell’Europa, inclusa l’Europa centrale e orientale«.

Ore 01:48 – «Vogliono Sevierdonetsk, glielo impediremo»

La cattura di Sievierdonetsk è un «compito fondamentale» per la Russia poiché il 90% delle case della città sono ora danneggiate, ha affermato Zelenskiy. A seguito degli scioperi russi a Sievierodonetsk, «l’intera infrastruttura critica della città è già stata distrutta. Il 90% delle case è danneggiato. Più di due terzi del patrimonio abitativo della città è stato completamente distrutto. Non c’è connessione mobile. Bombardamenti continui», ha ammesso il presidente ucraino. «Stiamo facendo di tutto per respingere questa offensiva».

Ore 01:35 – Zelensky: «La Russia ha già perso il proprio futuro»

Il presidente Zelensky nel suo ultimo discorso alla nazione segnala i raid su Kharkiv che «ha subito terribili colpi dagli occupanti. Condomini neri, bruciati e semidiroccati si affacciano a est e nord con le loro finestre, da dove sparava l’artiglieria russa. Da dove sono arrivati gli aerei da combattimento russi. La Russia ha già perso non solo la battaglia per Kharkiv, non solo la battaglia per Kiev e il nord del nostro Paese. Ha perso il proprio futuro e ogni legame culturale con il mondo libero. Sono stati tutti bruciati. In particolare, lì, a Saltivka. Un terzo della regione di Kharkiv è ancora sotto occupazione. Libereremo sicuramente l’intero territorio. E tutti dovrebbero lavorare per questo risultato in posizioni sia a livello locale che statale»

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