M5S, l’ora dei veleni

Niccolò Carratelli

Roma. Un murales e un addio. Ci sono giorni che basta poco a complicare la vita di Giuseppe Conte. L’addio è quello dell’europarlamentare Dino Giarrusso, che saluta il Movimento 5 stelle coi fuochi d’artificio. Il murales è quello rilanciato su Instagram dal tesoriere M5s, Claudio Cominardi, in chiave anti-Draghi: un’immagine in cui il premier viene ritratto come una lupa ( Roma) al guinzaglio del presidente americano Joe Biden. Solo che, di fronte alla presunta ironia, Conte e Luigi Di Maio reagiscono agli antipodi: «Non mi fate parlare di graffiti, non gli diamo importanza», dice il presidente M5s, provando a sgonfiare la polemica. Ben più duro il ministro degli Esteri: «E’ un’immagine inaccettabile, ne prendo totalmente le distanze, noi come forza politica sosteniamo il governo e il presidente del Consiglio». Una posizione, quella di Di Maio, maggioritaria dentro i gruppi parlamentari, come spiega il deputato a lui vicino Gianluca Vacca: «Non so se sia più imbarazzante il post di Cominardi o le parole di Conte. Quel post è indecente e il leader della principale forza politica che sostiene il governo non dovrebbe tollerarlo».

L’aria a Montecitorio è mefitica e Conte la sente, tanto da tradire un certo nervosismo all’uscita da una conferenza stampa su crisi energetica e caro bollette. Gli chiedono se le parole di Di Maio sul «rischio di un Papeete 2» siano riferite a Salvini e alla Lega ma un po’ anche al Movimento, cioè a lui, prima vittima della crisi di governo dell’estate 2019. Un sospetto che l’ex premier sa essere condiviso da diversi deputati e senatori 5 stelle. Così si blocca e replica, torvo: «Ha mai visto qualcuno del M5S in braghe in spiaggia per minare il governo? Non scherziamo».

Il controcanto quotidiano di Di Maio è una spina nel fianco per il leader del M5S. Lo dimostra un’ora dopo quando, a margine del congresso della Cisl, risponde sul piano per la tregua tra Russia e Ucraina messo a punto dal ministro degli Esteri, un piano che a Mosca non hanno ricevuto: «Gli sforzi per la pace non vanno fatti solo di domenica, non si fa un tentativo e poi si continua a fare la guerra. La diplomazia non deve fermarsi mai». Parole che molti leggono come una critica al capo della Farnesina, tanto che dallo staff del presidente M5s precisano poi come l’intenzione di Conte fosse «invitare tutti a non arrendersi di fronte alle resistenze della Russia e a moltiplicare gli sforzi». Chiarimento necessario a evitare accostamenti impropri tra Di Maio e Salvini, definito dall’ex premier «pacifista della domenica», dopo che la Lega si è sfilata al Senato dalla richiesta a Draghi di nuove comunicazioni, prima del prossimo Consiglio europeo.

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