Lagarde, addio tassi negativi e stop ai sostegni. Alla Bce finisce l’era del denaro gratis

Prospettive della crescita

Nella zona euro varie e diverse forze hanno caratterizzato la crescita, il mercato del lavoro si è ripreso più rapidamente del previsto e la disoccupazione è ai minimi storici. In ogni caso, la zona euro non si trova alle prese con una situazione tipica di domanda aggregata in eccesso o di surriscaldamento economico. Sia i consumi sia gli investimenti restano ben al di sotto dei rispettivi livelli di prima della pandemia e ancora più sotto rispetto ai loro trend di prima della crisi. Adesso, oltretutto, le prospettive sono oscurate dagli choc negativi che colpiscono l’economia. Lo si deduce dal fatto che, nel prossimo trimestre, inflazione e crescita si muoveranno in direzioni opposte. In particolare, gran parte dell’inflazione che stiamo sperimentando oggi proviene da fuori della zona euro. Questo funge alla stregua di una “tassa” commerciale che riduce gli introiti totali dell’economia (…). E i nuclei familiari sono tra coloro che soffrono maggiormente a causa dei più alti prezzi delle importazioni con salari non ancora in fase di recupero (…).

Il percorso

Con le prospettive di inflazione che si sono spostate significativamente più in alto rispetto al periodo prepandemico, è opportuno aggiustare le variabili nominali, tra cui i tassi di interesse. Questo non costituirebbe un inasprimento della politica monetaria, mentre lasciare immutati i tassi in questo clima costituirebbe un alleggerimento delle politiche monetarie che non sarebbe giustificabile. Sulla base delle prospettive del momento, è probabile che ci troveremo nella posizione di poter uscire dai tassi di interesse negativi entro la fine del terzo trimestre.

La fase successiva della normalizzazione delle politiche monetarie dovrebbe essere guidata dall’evoluzione delle prospettive di inflazione a medio termine. Se constateremo che si stabilizzerà al 2 per cento, si renderà opportuna un’ulteriore normalizzazione dei tassi verso il tasso neutro. Se, in conseguenza di uno choc positivo della domanda, l’economia della zona euro si surriscaldasse, avrebbe senso che i tassi ufficiali fossero alzati in modo sequenziale al di sopra del tasso neutro. Questo garantirebbe che la domanda torni in linea con l’offerta e che le pressioni inflazionistiche si allentino.

La situazione con cui siamo alle prese oggi, tuttavia, è complicata dalla presenza di choc negativi sull’offerta. Questo sta creando ancora maggiore incertezza circa la velocità con la quale si affievoliranno le pressioni sui prezzi, circa l’evoluzione della capacità in eccesso e circa la misura in cui le aspettative di inflazione continueranno a restare ancorate al nostro obiettivo.

In tale contesto, nell’adeguamento delle politiche monetarie si rendono pertanto necessarie gradualità, opzionalità e flessibilità (…). Qualora fosse necessario, potremo studiare e dispiegare nuovi strumenti atti a garantire la trasmissione della politica monetaria a mano a mano che ci inoltreremo lungo la strada della normalizzazione, come abbiamo mostrato in passato in molte occasioni (…). In definitiva, per la nostra politica abbiamo un’importante punto di riferimento: un’inflazione a medio termine del 2 per cento. E prenderemo tutti i provvedimenti necessari a far sì che così accada.

Traduzione di Anna Bissanti

LA STAMPA

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.