Scatta la gara a ricostruire l’Ucraina: Boris Johnson “prenota” Kiev

Un cantiere immenso, in un Paese che ha appena dimostrato di avere una capacità di mobilitazione e una popolazione preparata, con la guerra che potrebbe far esplodere, tra tante altre cose, anche le reti di complicità corrota degli oligarchi. Zelensky promette particolari privilegi alle società che esitano ancora ad uscire dal mercato russo, e ai Paesi che temono di voltare le spalle a Mosca, forse anche a quella Cina la cui delegazione a Davos è l’unica a non applaudire in piedi il suo discorso. Si rivolge proprio a quei seguaci della “real politik” che – come lui sa benissimo – stanno premendo oggi sui governi per fermare gli scontri, concedere a Putin pezzi di Ucraina per “salvare la faccia” e togliere almeno una parte delle sanzioni contro la Russia per tornare a farci affari. Il suo messaggio ai giocatori del Monopoli è straordinariamente pragmatico: mentre il rischio Paese della Russia è alle stelle, il piano Marshall ucraino potrebbe diventare un motore propulsivo di portata continentale di cui si sentiva il bisogno, e sul quale si sta già lavorando, a Kyiv come a Bruxelles e Washington. Chi deciderà di restarne fuori rischia non solo di puntare su un alleato imbarazzante, ma di fare anche un calcolo sbagliato.

LA STAMPA

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