La sconfitta di Conte

Il nome di Licheri è stato tenuto in piedi fino all’ultimo, nonostante venisse considerato perdente già da giorni, nei chiacchiericci che si fanno nei corridoi di palazzo Madama. Solo martedì sera, quando la situazione appariva irrecuperabile, il ministro per i rapporti con il Parlamento ha avvisato palazzo Chigi del problema e delle ripercussioni che potevano esserci per la maggioranza, ma l’esito non è cambiato. Il Movimento perde la presidenza.

Qualcuno aveva fatto il nome di Simona Nocerino, in alternativa a Licheri. Ma era troppo indipendente, non targata come una “soldatessa” del leader, e questo – per molti – ha avuto un peso decisivo. «Ma con Nocerino non si sarebbe risolto il problema – replica Conte –. Il suo nome è stato fatto in modo strumentale. Hanno cercato di dividerci con un’operazione di disturbo e la stessa Nocerino, quando se ne è resa conto, si è tirata indietro». Lei, a chiunque la incontri in Senato, non nasconde il rammarico: «C’è chi dice che avrei potuto vincere».

Ma come dice da New York Luigi Di Maio, a cui Nocerino viene considerata vicina, «ad alcuni partiti è mancato il fair play». Ma il deputato M5S Vincenzo Spadafora offre una versione più cruda: «La leadership di Conte non sta funzionando. Dispiace ma si stanno collezionando sconfitte in serie». Qualcuno, almeno, che la chiama per quello che è. 

LA STAMPA

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