Letta: “Il governo deve arrivare al termine della sua missione. Svezia e Finlandia nella Nato? Sta all’Ue costruire la nuova architettura europea”

«Le elezioni del prossimo anno si devono svolgere alla scadenza naturale della legislatura, nella primavera del prossimo anno, per dare modo al governo di svolgere fino in fondo la sua missione». Lo ha detto Enrico Letta alla direzione del Pd. Il segretario ha spiegato che «questa esperienza di governo e quello che sta succedendo sulla vicenda dei diritti conferma la nostra alternità alle destre. Ma sono convinto che la autosufficienza non sia sintomo di forte, ma di debolezza. Questa ricerca di alleanze va svolta qualunque sia la legge elettorale con la quale voteremo». «Il nostro partito – ha aggiunto – è largamente consensuale attorno all’idea di cambiare la legge elettorale, a maggior ragione alla luce del taglio dei parlamentari».

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E sulla guerra in Ucraina ha detto che «pace vera vuol dire spingere perché la pace arrivi nelle condizioni possibili, soprattutto questa spinta che il governo italiano stra portando avanti e che noi vogliamo fortemente. Quello diremo giovedì quando il premier verrà in Parlamento. Le condizioni oggi per una pace vera ci sono grazie alle scelte che abbiamo fatto nei giorni scorsi», ha aggiunto Letta: «Scelte faticose, ma necessarie. Oggi è necessario continuare ad essere uniti attorno all’Europa e attorno al governo». Mentre sull’adesione di Svezia e Finlandia alla Nato ha rimarcato il «sì convinto con questo caveat: sta all’Unione Europea costruire una nuova architettura europea, non alla Nato». «Da qui – ha specificato – la nostra proposta di una Confederazione Europea. Dobbiamo arrivare alla convocazione della Convenzione Europea per arrivare all’eliminazione del diritto di veto».

La relazione di Letta è stata approvata all’unanimità dalla direzione del partito. Per Letta, «in queste ultime settimane, è ricominciata una storia che si ripete: dopo le elezioni francesi è ricominciato un film per cui dobbiamo essere quelli che copiano qualcuno. Ora dobbiamo scegliere se essere Macron o Melenchon. Io ho l’ambizione di avere la capacità di essere noi innovatori e modello per l’Europa». «Non vogliamo essere copie sbiadite di scelte altrui», ha aggiunto, ricordando tuttavia che «l’Italia si trova in una difficoltà oggettiva sui temi dei diritti. Il nostro è un impegno per l’oggi e per il domani per una società che sia perno di un moderno umanesimo». 

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