Ucraina Russia, le news sulla guerra di oggi | Zelensky: i russi usano armi laser? Stanno esaurendo i missili, è la prova del fallimento militare

di Lorenzo Cremonesi, Giusi Fasano, Marco Imarisio, Marta Serafini, Paolo Foschi

Le news di giovedì 19 maggio sulla guerra, in diretta: la Nato prevede settimane di stallo militare, attesa per la sorte dei combattenti dell’acciaieria Azovstal che si sono arresi

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Un soldato russo a Mariupol (Afp)

• La guerra in Ucraina è arrivata all’85esimo giorno. I combattimenti proseguono soprattutto nel sud e nell’est del Paese.
• I combattenti dell’acciaieria Azovstal si sono arresi, ma negli stabilimenti sono rimasti ancora i comandanti e un manipolo di irriducibili. Ancora non è chiaro a che sorte andranno incontro gli ucraini che hanno deposto le armi
• I russi guadagnano terreno nel Donbass, ma la loro avanzata è lenta. Il presidente ucraino Zelensky: «Riprenderemo il controllo dei territori e delle città occupate». E anche le voci sull’uso di armi laser da parte dell’esercito di Mosca sembrano non spaventare Kiev: «È la prova che stanno esaurendo i missili, è la dimostrazione del fallimento dell’operazione militare» ha detto Zelensky.
• La Nato prevede comunque settimane di stallo fra i due eserciti, situazione che secondo alcuni osservatori potrebbe favorire la ripresa dei negoziati.
• Ieri Finlandia e Svezia hanno chiesto ufficialmente l’ingresso nella Nato .
• Mosca ha deciso di espellere 24 diplomatici italiani, 34 diplomatici francesi e 27 spagnoli. Gli Stati Uniti intanto hanno riaperto l’ambasciata a Kiev.

Ore 07:06 – Il destino degli evacuati dall’Azovstal

(Gianluca Mercuri) Dopo 85 giorni di conflitto, Mariupol è ormai sotto l’effettivo controllo dei russi. Ma dopo la resa — o evacuazione, come preferiscono chiamarla gli ucraini — di centinaia di combattenti, lunedì sera, la questione dell’Azovstal non è affatto risolta. I punti interrogativi sono infatti parecchi.

Quanti sono gli evacuati?
Secondo gli ucraini lunedì erano stati 264, con 53 feriti. Ieri i russi hanno detto che il totale è salito a 959.

Quanti sono ancora nelle acciaierie?
Un altro migliaio secondo russi, forse addirittura il doppio. Di certo ci sono il capo del battaglione Azov, Denis Prokopenko, il suo vice Sviatoslav Palamar e il capo dell’intelligence Ilya Samoilenko: tre uomini tra i most wanted di Mosca.

Dove sono gli evacuati?
La maggior parte sono stati condotti in una colonia penale di Olenivka, nella «repubblica di Donetsk» controllata dai filorussi. Altri sarebbero a Taganrog e a Rostov. I feriti sono all’ospedale di Novoazovsk.

Che fine faranno?
Gli ucraini, nel dare l’ordine di evacuare, avevano parlato di uno scambio con prigionieri russi. Ma i russi non confermano alcun accordo e dicono che «i militari catturati saranno trattati in conformità alle leggi internazionali».

L’incognita Azov
Il battaglione di estrema destra, secondo gli ucraini, negli ultimi anni è stato ripulito dai nazisti fino a essere incorporato nell’esercito. Per i separatisti, però, Azov è «il» nemico la voglia di vendetta non sarà placata facilmente. Il 26 maggio le autorità di Mosca decideranno se inserire il battaglione nella lista delle organizzazioni terroristiche.

Le ipotesi
I prigionieri potrebbero essere processati e, in alcuni casi, accusati di crimini di guerra. Sarebbe una ritorsione contro l’analoga accusa cui da ieri deve rispondere un sergente russo 21enne, che ha ammesso di aver ucciso due civili a sangue freddo (Mosca parla di «messinscena»). Ma soprattutto, i russi potrebbero imbastire un maxiprocesso per dimostrare i crimini subiti secondo loro dalle popolazioni filorusse dal 2014 e in questa guerra. «È però possibile — scrive Fabrizio Dragosei — che in un secondo tempo, magari dopo pesanti e clamorose condanne, i prigionieri vengano scambiati. Come nella migliore tradizione della Guerra Fredda».

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