M5S, il tentativo di sopravvivere di un populismo in declino

di Massimo Franco

Sulle spese militari Conte si è mosso anche a rischio di ritrovarsi con solo la metà dei Cinque Stelle, rispolverando i «cavalli di battaglia» del passato

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Il presidente del M5S Giuseppe Conte

Il tema, a questo punto, non è tanto se la filiera antigovernativa del M5S provocherà una crisi di governo: oltre tutto in piena guerra russa contro l’Ucraina e con il piano per la ripresa ancora da approvare. L’ipotesi che oggi Giuseppe Conte dia seguito alle minacce e non voti la fiducia sull’aumento delle spese militari è esclusa . I Cinque Stelle già dicono che appoggeranno il governo, fingendo di avere vinto. L’incognita più corposa riguarda il futuro della maggioranza di Mario Draghi quando e se si materializzerà un «cessate il fuoco».

Lo strappo politico dell’ex premier grillino rimane, però. E pesa negativamente: sul futuro dell’esecutivo, sulla credibilità internazionale dei Cinque Stelle, che pure hanno un loro uomo alla Farnesina, e sulle prospettive dell’asse col Pd. Il segretario Enrico Letta è stato costretto a dire: «Lavoriamo per evitare la crisi». E ha aggiunto che, se ci fosse davvero, «l’Italia lascerebbe sbigottito il mondo intero»: uno sbigottimento provocato dal suo alleato-principe. Ma un M5S in caduta elettorale e risucchiato nelle logiche del passato non sembra preoccuparsi troppo di mettere in tensione la stabilità. Più cala nei sondaggi, più è tentato di marcare la propria diversità. Ormai, appare un partito allo sbando che prova maldestramente a dissociarsi: per poi fermarsi per mancanza di sponde.

Conte si è mosso anche a rischio di ritrovarsi con solo la metà dei Cinque Stelle; e di fare ripiombare il Paese nel girone degli inaffidabili. Per questo i timori riguardano quanto potrà accadere quando l’aggressione russa si fermerà. A quel punto, l’offensiva dei partiti contro Palazzo Chigi potrebbe tornare a inasprirsi su ogni provvedimento in agenda, mano a mano che ci si avvicina alla fine della legislatura. Le provocazioni nei confronti di Draghi fanno pensare a una manovra di logoramento con l’obiettivo immediato di impedirgli di governare; e con quello di prospettiva di bruciare l’eventualità che resti premier dopo elezioni senza vincitori.

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