“Non autorizzare la trasfusione per il figlio è un abuso, non è responsabilità genitoriale”

di Silvia Renda

“La responsabilità genitoriale, un tempo chiamata potestà, è una funzione esercitata nell’interesse del minore. Questa responsabilità non si può spingere contro il suo interesse per delle convinzioni proprie. Nel caso di Bologna la richiesta dei genitori era assurda e dannosa”. L’avvocato Gianni Baldini dall’inizio della pandemia ha portato avanti (e vinto) oltre 30 cause intentate dai minori contro la madre e il padre, che si opponevano alla loro volontà di vaccinarsi contro il Covid. Insieme ad altri colleghi ha seguito il caso del Sant’Orsola di Bologna e non aveva dubbi che la vicenda si sarebbe conclusa come di fatto si è conclusa: il giudice tutelare di Modena ha accolto il ricorso dell’ospedale, autorizzando la trasfusione a un bambino, per il quale i genitori chiedevano venisse fornito necessariamente sangue proveniente da una persona non vaccinata contro il coronavirus.

“Il giudice ha potuto sospendere temporaneamente la responsabilità genitoriale e approvare il trattamento sanitario perché dimostrato essere nell’interesse del minore”, ci spiega l’avvocato Baldini, “Non c’è più una funzione dell’interesse altrui, ma un abuso, l’esercizio di un potere per convinzione propria”. Baldini sottolinea un’altra stortura nella richiesta dei genitori: “Altro rilievo che rende assurda la richiesta è la pretesa di trovare donatori non vaccinati. Come è noto la donazione di sangue al pari di tutte le altre è protetta da un rigoroso anonimato che non consente di individuare il donatore il quale si è sottoposto a tutti gli esami di routine per rendere sicura la donazione, risultando del tutto irrilevante la circostanza di essere o meno vaccinato contro il Covid”.

Eppure casi del genere non sono unici, né legati a tempi pandemici. I genitori del bambino affetto ricoverato a Bologna hanno chiesto “per motivi di carattere religioso” che il sangue della trasfusione venisse da soggetti che non avessero ricevuto l’iniezione contro il coronavirus, sulla scia delle fake news per cui i vaccini si otterrebbero da embrioni, dunque feti uccisi. Motivi religioso per il rifiuto di una trasfusione sono quelli portati avanti anche dai testimoni di Geova. “Fino a tutti gli anni ‘90 si riteneva che fossero comunque i genitori a decidere” ricorda l’avvocato, “poi si è affermata una giurisprudenza per cui l’adulto che decidesse di non fare la trasfusione è libero, ciò non è possibile nei confronti del minore, se per i sanitari comporta un danno”.

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