Nuovo partito centrodestra, Salvini da Berlusconi. Meloni: «Ciò che ha fatto Matteo è folle»

di Marco Cremonesi

Il progetto di una forza «repubblicana». Ma l’ex premier è cauto Forza Italia punta anzitutto a federare altre sigle di centro

Alla fine, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini si sono incontrati. Ma l’incontro non basta a rasserenare gli animi dentro al centrodestra. Anche perché Giorgia Meloni non nasconde l’ira per come è andata la partita del Quirinale: «Non intendo fare buon viso a cattivo gioco», quel che ha fatto Salvini «è folle, nel merito e nel metodo, eravamo d’accordo sul no alla rielezione di Mattarella». Ed è tutto da vedere se Fratelli d’Italia si presenterà con la vecchia alleanza nei collegi uninominali: «Vedremo, io oggi ho una difficoltà oggettiva — prosegue Meloni —, se si sta nel centrodestra non si può scegliere il centrosinistra». A completare il quadro, il rischio che la Lega faccia cadere la giunta ligure guidata da Giovanni Toti: «Ci ha pugnalati» dice il leghista Edoardo Rixi.

Salvini ieri sera è andato a trovare ad Arcore il leader azzurro appena uscito dall’ospedale San Raffaele. Soltanto il tempo potrà dire se la «visita affettuosa» avrà davvero «riaffermato la vicinanza umana e politica», come si legge in una nota. Su quella umana non ci sono dubbi, ma quella politica dovrà essere sperimentata. Dopo la rottura sul Quirinale, con il nome di Elisabetta Belloni vissuto come un affronto da Berlusconi, le comunicazioni anche telefoniche con Salvini da venerdì si erano interrotte. E il nervosismo, la diffidenza, è rimasta per almeno una parte del tempo passato dal leader della Lega ad Arcore. E così, dopo i convenevoli e le spiegazioni, Salvini ha illustrato la sua idea di un partito repubblicano che riunisca tutto il centrodestra. Ricevendo in cambio una replica un po’ infastidita: «Te l’ho chiesto io il partito unico repubblicano un anno fa, e quasi mi hai riso in faccia…». Era quando, alcuni mesi fa, Salvini aveva lanciato l’idea della federazione, ricevendone il rilancio berlusconiano sul partito unico.

Non si può dire che l’incontro — richiesto da Salvini — sia andato male. Ma Forza Italia politicamente oggi non spalanca le braccia. Anzi, tra i fedelissimi dell’ex premier si ragiona sul leader leghista «venuto a Canossa» per «paura di restare completamente isolato e solo». E così, gli azzurri prendono tempo. Primo, come ha spiegato Berlusconi, perché la sua idea di un partito unico prevedeva anche l’ingresso della Meloni, che invece è sulle barricate. Secondo, perché adesso serve soprattutto «rafforzare Forza Italia», in un cammino appena iniziato: magari federandola con altre forze di centro, progetto a cui si sta lavorando, o comunque muovendosi, in collaborazione sempre più stretta con le componenti centriste di Coraggio Italia, Udc, Noi con l’Italia. Tutti con un occhio ai centristi dell’altro fronte, a partire da Matteo Renzi. Insomma, il partito repubblicano può anche essere alla fine l’approdo del nuovo centrodestra. Ma non ora, non in tutta fretta, non con Salvini che «si intesta il progetto per uscire dall’angolo». E senza dare l’idea di buttarsi tra le braccia di un alleato in difficoltà e numericamente comunque molto più forte: si rischierebbe l’annessione e la fuga dei tanti azzurri che vedono con molto più interesse a un progetto che veda FI centrale e non annegata in altre formule.

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