Mai un delfino per il Cav, l’uomo che punta al Quirinale: più re che kingmaker

Federico Geremicca

Kingmaker, significato: espressione che si applica ad una persona che abbia grande influenza in una successione (in origine monarchica), senza poter a sua volta essere un possibile candidato. Secondo lo Zanichelli: «Chi influenza l’attribuzione di incarichi di alta responsabilità». Partiamo da qui perché le parole hanno un loro, preciso significato: ed è certo possibile stiracchiarle, ma non proprio all’infinito.

C’è un uomo barricato da giorni nella sua elegante abitazione: lavora senza interruzioni. Ha la collaborazione di un telefonista d’eccezione, che compulsa agende e digita numeri. Stanno cercando voti che permettano all’uomo di scalare la presidenza della Repubblica: li cercano segretamente e facendo promesse non confessabili pubblicamente. Il telefonista è pessimista, l’uomo – invece – ci crede ancora. Del resto, ha un piano b: se il suo tentativo di scalata fallisse, potrebbe sempre provate a vestire i panni del king maker. Più prosaicamente: del salvatore della patria.

Non è una storiella qualunque, ma la foto (imbarazzante, speriamo) di uno dei passaggi chiave per la scelta del nuovo Capo dello Stato: stiamo tutti aspettando di sapere se Silvio Berlusconi sarà Presidente o se, una volta arresosi all’evidenza, deciderà di spacciarsi – più modestamente – per kingmaker. Molti scommettono sulla seconda ipotesi. Molti, soprattutto, la temono. Salvini e Meloni più di tutti: infatti, se l’ex Cavaliere provasse a trasformarsi da candidato in regista, chi indicherebbe come suo “sostituto” al Colle?

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