I danni da ridurre al minimo

di Angelo Panebianco

Si comincia a prendere atto che l’eccezione potrebbe diventare regola, che saremo comunque minacciati a lungo dal Covid. Quindi dobbiamo chiederci come tutelare il più possibile il sistema delle libertà nel medio-lungo termine senza compromettere la nostra capacità di impedire una nuova diffusione del virus

Nelle situazioni di emergenza, si tratti di guerre, catastrofi naturali, pandemie, vengono presi, necessariamente, provvedimenti che implicano — talvolta in misura minima, talvolta più estesa — restrizioni della libertà personale. Per conseguenza, ci sarà sempre chi riterrà che l’emergenza sia stata artificialmente creata dai governi allo scopo di indebolire o distruggere quella libertà. È vero che tante volte ciò è accaduto. Per esempio, resterà sempre un dubbio: non ebbero nessun aiuto o facilitazione di sorta i ribelli ceceni che fecero esplodere alcune abitazioni a Mosca nel 1999? Da quella emergenza derivò una stretta autoritaria in Russia e una nuova guerra in Cecenia. Tante altre volte però dubbi non ce ne sono: in molte situazioni l’emergenza esiste sul serio, non è stata concepita a tavolino.

Nel caso delle democrazie sufficientemente antiche e consolidate, se l’emergenza durerà poco, le conseguenze non saranno durature: superata l’emergenza anche quel minimo di restrizioni della libertà personale che si erano rese necessarie verrà abolito, si tornerà a condizioni di normalità.

Ma che succede se la minaccia alla vita delle persone non scompare rapidamente, se la condizione di pericolo che all’inizio appariva come un fatto contingente, presto superabile, diventa permanente o tale da accompagnare l’esistenza di quelle democrazie per molto tempo? Come impedire che, nel lungo periodo, quella condizione di pericolo finisca per minacciare sul serio le libertà dei cittadini?

La pandemia, come sempre accade in questi casi, ha innescato anche nelle democrazie consolidate occidentali una tendenza alla centralizzazione del potere: indebolimento del ruolo dei Parlamenti e rafforzamento di quello dei governi, gli unici che possano coordinare efficacemente gli sforzi per contenere e, possibilmente, eliminare la sfida pandemica. La concentrazione del potere è risultata minore negli Stati Uniti a causa della loro struttura federale: l’Amministrazione Biden non dispone degli strumenti per imporre la propria volontà ai singoli stati federati. Per inciso, sembrano valere anche in questa circostanza certe differenze fra il federalismo americano e quello tedesco.

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