Il bivio del Quirinale, Draghi ai giovani: “Cerco la mia strada”

Ilario Lombardo

ROMA. Non è tempo di frasi dal sen fuggite, questo, dove ogni sospiro, ogni alzata di sopracciglio viene passata al setaccio. E così, una visita destinata ai margini della cronaca di giornata può diventare la mappa con cui orientarsi per cercare un senso nel silenzio in cui Mario Draghi ha avvolto le sue intenzioni sul Quirinale. Soprattutto se su un palco dice che anche lui come tutti «sta cercando la sua strada», e se la strada potrebbe portare al Colle, come tappa finale di una carriera iniziata con il sogno del basket. Il presidente del Consiglio conversa con i ragazzi del Punto Luce Save the Children di Torre Maura a Roma. È seduto su una sedia, a raccogliere domande semplici, ma in qualche modo disarmanti. Le risposte sono un’ode alla gioventù, alla fame di vita e di futuro ma, asciugate dalla solennità dei consigli tipici di un adulto, diventano tracce di una biografia ancora non completamente scritta. Draghi racconta di quando voleva essere un atleta, un bravo giocatore di pallacanestro. Racconta di una vita che si è edificata su un consiglio, uno dei pochi dei suoi genitori scomparsi troppo presto: «Fai in tutto quello che ti capita il meglio possibile. Perché più fai bene le cose più sei libero di scegliere o non scegliere».

Tra meno di sessanta giorni Draghi dovrà scegliere, e, in caso, essere scelto, dai grandi elettori del presidente della Repubblica. Ma nelle ultime settimane di ansiogena ricerca di un segno di cedimento, è stato bravissimo a disorientare chiunque: collaboratori, ministri, parlamentari, giornali, grandi aziende, partner europei, opinione pubblica. Nessuno è in grado di dire con certezza cosa farà. Se si candiderà a succedere a Sergio Mattarella oppure no.

I leader dei partiti aspettano di capirlo. E più aspettano, più Draghi oppone un’atarassia che a tratti diventa indifferenza: «Importante è quello che fai in quel momento. Se ce la fai, se non ce la fai. Identificarsi con quello che fate è la cosa più importante: farlo bene e divertirsi. Tutti noi cerchiamo la nostra strada, anche io la sto cercando», dice ai ragazzi, impacciati tra il “tu” e il “lei” mentre rivolgono le domande al presidente del Consiglio. È chiaro, aggiunge il premier, che è più difficile cercare la strada quando si è giovani, quando tutto è presente e non c’è tempo per il passato.

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.