Splendori e miserie della Bestia: come crollano follower e consensi

Ci siamo chiesti se davvero il destino di Salvini sia segnato senza la Bestia. E ne abbiamo ragionato con Alex Orlowski, fondatore e presidente di WateronMars, un’agenzia di comunicazione digitale specializzata in propaganda online e open source intelligence che opera a livello internazionale. Con il suo team ha sviluppato un tool di Big Data Analytics che permette di monitorare le reti sociali e qualunque informazione o commento che si incontri su web, darkweb e social. Incrociando tra loro le informazioni raccolte e analizzando il sentiment in tempo reale. Insomma è un digital analyst che sa come creare strategie e contenuti creativi efficaci. E che conosce molto bene la storia della Bestia. 

“La Bestia senza Morisi è un pitbull che diventa carlino”, dice ad HuffPost Orlowski. “È vero che c’è una riduzione dei post e dell’interazione con i suoi fan. Ma il declino non è di questi mesi, bensì è iniziato nel 2019. E sono tanti fattori che lo hanno innescato. Intanto Salvini non è più il Ministro degli Interni, ruolo che lo portava in giro per l’Italia e che gli consentiva una produzione massiccia di contenuti da postare su Facebook, Instagram e Twitter. In secondo luogo non ha una spesa pubblicitaria da investire per la sponsorizzazione sui social alta come negli anni precedenti (nonostante sia ancora tra i top spender di Facebook ads). Dal 1 settembre al 21 ottobre ha speso circa 25mila euro di media per una trentina di post, nello stesso periodo del 2020 ha speso circa 68mila euro di media per 133 post. Infine, con le posizioni talvolta contraddittorie assunte su Covid, mascherine, vaccini, Green Pass, non solo ha avuto problemi nel suo stesso partito, vedi alle voci Zaia e Giorgetti, ma anche con la sua base fan che non ritrovandosi più nello storytelling del Capitano lo ha abbandonato”. 

L’HUFFPOST

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