Von der Leyen in pressing su Varsavia: gelo tra gli Stati anche su gas e nucleare

Un dialogo che non è stato per nulla facile quando i leader si sono trovati ad affrontare il nodo dei prezzi energetici. Al tavolo sono emerse le contrapposizioni tra chi considera questa crisi un problema da risolvere con una riforma del mercato elettrico (capofila la Spagna) e chi invece vede il caro-bollette come un fenomeno transitorio («Dobbiamo reagire con prudenza», ha avvertito Merkel). Tra chi spinge per accelerare la transizione energetica (i nordici) e chi invece invita alla cautela e mette in guardia dai rischi e dai costi (i Paesi dell’Est). Tra chi vuole a tutti i costi che sia riconosciuta l’etichetta di «energia green» al nucleare (Macron su tutti) e chi non ne vuol sapere (per esempio l’Austria e la stessa Germania).

Mario Draghi ha insistito sulla necessità di lavorare sulla creazione di stock comuni di gas. E ha chiesto di considerare le peculiarità del mix energetico di ogni Stato per affrontare la transizione (l’Italia dipende molto dal gas). A Ursula von der Leyen, che una settimana fa aveva presentato una serie di strumenti da usare nel breve periodo per mitigare il caro-bollette, ha chiesto di essere più ambiziosa e di accelerare il passo: «Bisogna intervenire al più presto per limitare gli aumenti del prezzo dell’energia, per preservare la ripresa e salvaguardare la transizione ecologica». La prossima settimana toccherà ai ministri dell’Energia prendere in mano il dossier, che a dicembre ripiomberà sul tavolo dei leader.

LA STAMPA

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