Le piazze nere: dai No Pass all’incognita Forza Nuova, il Viminale teme la tempesta perfetta

Giuseppe Salvaggiulo

Si avvicina una tempesta perfetta per l’ordine pubblico. Sabato a Roma è una data davvero speciale. E potrebbe essere una giornata da dimenticare, sotto il profilo dell’ordine pubblico. La polizia avrà i suoi problemi in casa, essendoci molti agenti dei reparti mobili senza vaccino e forse senza Green Pass. Ma sabato sarà uno di quei giorni in cui il Viminale vorrebbe poter schierare invece il doppio del personale.

Rapido elenco degli appuntamenti: si predispongono i seggi elettorali per il voto di ballottaggio, e quindi ci sono centinaia di unità che devono presidiare i plessi scolastici; ma c’è anche una partita di calcio importante, Lazio-Inter, con due tifoserie affratellate, ma entrambe simpatizzanti per l’ultradestra e c’è la preoccupazione che trasformino un evento sportivo in qualcosa d’altro; infine, non da poco, ci sarà da garantire il regolare andamento della manifestazione nazionale della Cgil, a piazza San Giovanni, con la partecipazione di numerosi leader del centrosinistra. Sul tutto, incombe poi la variabile No Green Pass. Sabato scorso è finita come tutti sanno, con il tentato assalto al Parlamento e a Palazzo Chigi, e la devastazione della sede della Cgil. Gli apparati danno per scontato che anche sabato prossimo i No Green Pass vorranno fare qualcosa. Ma che cosa? E Forza Nuova, che nella Capitale ha dimostrato di essere alla testa dei movimenti di protesta, pur decapitata perché i suoi capi sono in carcere, sarà in grado di fare qualcosa? Al ministero dell’Interno sono preoccupati e non lo nascondono. Priorità assoluta è tenere lontani i gruppi di opposte fazioni.

Prima ancora di domani, però, ci saranno le manifestazioni di oggi. L’entrata in vigore del Green Pass sta radicalizzando il movimento. I nervi dei suoi attivisti sono a fior di pelle. Hanno l’inebriante sensazione di essere a un passo dal trionfo, che per loro è sinonimo di bloccare il Paese. Sognano uno sciopero dei camionisti alla maniera del Cile prima del golpe di Pinochet. Un tale Tony: «Io ho fatto scorte di cibo e benzina. Questi (intende i portuali No Green Pass, ndr) bloccano tutto». E c’è chi vuole alzare le mani. «Io mi sono allenato sodo oggi. Domani spacco la faccia a qualcuno, almeno mi diverto e mi sfogo pure io con il primo pro vax o giornalista che incontro». A scorrere le chat pubbliche del movimento, la loro attenzione è tutta protesa a quel che potrà succedere a Trieste e Genova, dove i portuali sembrano essere le teste d’ariete della contestazione. Ma siccome la loro forza è nella capillarità, circola un lungo elenco di piazze dove si sono dati appuntamento. A Roma, si chiamano i militanti a raccolta in piazza del Popolo. Solo che stavolta nessuna richiesta è stata avanzata alla questura. Quindi, se ci sarà un sit-in, non è autorizzato.

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