Scontri no green pass a Roma, la linea Draghi dopo le violenze: stretta sulle manifestazioni e luoghi a rischio presidiati

Dopo il corteo no green pass di sabato, culminato nell’assalto alla Cgil, il via libera alle manifestazioni dovrà arrivare dopo una valutazione rigorosa dei rischi. Il premier: «Quattro facinorosi non possono tenere in scacco le istituzioni». Le telefonate con la ministra dell’Interno Lamorgese per capire gli errori

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Le immagini ritenute intollerabili sono quelle dei manifestanti che sabato sera a Roma assaltano il portone della Cgil, entrano negli uffici e poi si mostrano nei video trasmessi via social. Si vantano per la conquista, rivendicano di aver portato a termine l’attacco. Istantanee di una giornata nera che il presidente del Consiglio Mario Draghi ha voluto stigmatizzare in maniera netta. Perché «non può passare l’idea che quattro facinorosi tengano in scacco le istituzioni». La linea è tracciata: adesso la strategia deve cambiare, il sistema di prevenzione — questa la posizione di palazzo Chigi — deve essere più incisivo e attento. Il via libera alle manifestazioni dovrà arrivare dopo una valutazione rigorosa dei rischi, limitando al massimo i cortei. Nessuna limitazione a chi vuole esprimere dissenso, ma le regole dovranno impedire che la situazione degeneri, «dimostrare che lo Stato c’è e interviene per contrastare i violenti, per stroncare gli estremismi e le iniziative di chi mira a creare tensione e instabilità».

La sottovalutazione

Il presidente del Consiglio ha parlato in queste ore con la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, con il sottosegretario delegato Franco Gabrielli, con i collaboratori più stretti. Nessuno ha potuto negare gli errori e le sottovalutazioni. Perché il dispositivo di sicurezza messo a punto in vista della manifestazione di sabato in piazza del Popolo a Roma prevedeva che i partecipanti potessero essere al massimo tremila e invece le forze dell’ordine si sono trovate a fronteggiare oltre diecimila persone, e centinaia di loro sono sfuggite al controllo. Ma anche perché molti «obiettivi sensibili» sono rimasti scoperti, nessuno ha evidentemente ritenuto indispensabile proteggere le sedi sindacali con i mezzi blindati nonostante il leader romano di Forza Nuova Giuliano Castellino avesse detto di voler arrivare proprio alla Cgil e minacciato dal palco: «Stasera ci prendiamo Roma».

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