Sassoli: “Democrazia a rischio. Misure drastiche contro i populisti: dobbiamo lasciarli senza fondi”
Intanto ben 12 Paesi hanno proposto la costruzione di un muro anti migranti. Quale emozione le suscita?
“Che l’Unione non può diventare una fortezza contro la povera gente che
scappa per la guerra, la fame o da regimi infami. Sarebbe smentire la
nostra storia, la nostra identità di terra libera, di società aperta,
accogliente. Proteggere i nostri confini, specie quando sono minacciati
da regimi autoritari, è un dovere nei confronti dei nostri cittadini, ma
alzare muri contro persone disperate sarebbe rinnegare i nostri valori e
perdere la nostra umanità”.
E’ un trumpismo ritardatario ? L’unione di sovranismo e egoismo?
“Quando vi sono difficoltà interne c’è sempre la ricerca di un nemico.
Alcuni governi vogliono far crescere la paura nelle loro opinioni
pubbliche. Ma poi come pensano di vivere? Non può mai esservi libertà
nella paura”.
I muri oltre a ricordare esempi terribili del passato, anche in questa epoca sono il tratto distintivo delle dittature.
“Nell’89 ero a Berlino insieme a tanti ragazzi a picconare il muro che
divideva la città. Adesso, oltre 30 anni dopo, devo ascoltare leader
europei proporre di alzarne di nuovi. C’è un degrado morale in tutto
questo che mette seriamente in pericolo i valori della democrazia
europea”.
Non vede anche discriminazioni tra stati membri? Il muro colpirebbe chi ha confini di mare come Italia e Spagna.
“Uno dei firmatari è la Grecia, che ha più confini di mare che di terra.
Il punto vero è che, davanti a un muro, non sparisce l’immigrazione,
cambiano soltanto le rotte. Occorre assumere le frontiere esterne come
frontiere di tutti e lavorare per soluzioni comuni”.
È sufficiente respingere la proposta o va sanzionata?
“È una iniziativa da respingere decisamente nei suoi fondamenti. L’unica
soluzione è una politica comune europea che salvaguardi il diritto
d’asilo e regoli i flussi migratori. I Paesi di frontiera non possono
essere lasciati da soli a gestire questi fenomeni e ne sa qualcosa anche
l’Italia”.
Ma poi, esiste un’emergenza? E la soluzione, per così dire “edile”, è compatibile con principi della Ue?
“Non siamo in presenza di una emergenza migranti. Le emergenze diventano
tali se non c’è la volontà di gestire insieme soluzioni politiche
comuni. Costruire muri non solo è contrario al principio di non
respingimento alla frontiera, cardine della Convenzione di Ginevra e
della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, ma è anche
inefficace. I muri si aggirano, non sono mai una soluzione”.
Servirebbe allora una decisione già al Consiglio di fine mese?
“Mi auguro che i leader discutano di come sbloccare lo stallo sulla politica comune di migrazione e asilo. Si stanno ridefinendo equilibri di potere a livello globale. Regimi autocratici ai nostri confini sfidano la democrazia liberale. Si cerca di dimostrare che non è efficace. La forza simbolica di una politica comune di immigrazione, come chiede il Parlamento europeo da anni, proietterebbe l’immagine di una Ue salda, unita e sicura di sé”.
REP.IT
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