Sassoli: “Democrazia a rischio. Misure drastiche contro i populisti: dobbiamo lasciarli senza fondi”

dal nostro corrispondente Claudio Tito

BRUXELLES – “La democrazia non si conquista una volta per sempre. Anzi, la democrazia liberale, come ha scritto Ernst Wolfgang Böckenförde, vive su “presupposti che non è in grado di garantire” con il suo solo ordinamento. La democrazia richiede una cultura, un’etica condivisa”. Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, lancia l’allarme. Un certo “degrado morale” sta attraversando l’Europa e rischia di comprometterne le basi democratiche. Non si tratta dunque di uno scontro ordinario, ma di un salto di livello: un vero e proprio “attacco alla democrazia”. Basta vedere quel “filo rosso” che in questi giorni lega la proposta di costruire un muro antimigranti alla decisione della Corte costituzionale polacca di rigettare il principio della supremazia dei trattati europei sulla legge nazionale.

Tra i firmatari della lettera a favore del muro figura la Polonia. Non vede un filo che unisce queste due vicende?
“Sì lo vedo. La decisione della Corte polacca è preoccupante. La supremazia dei trattati europei è indiscutibile. Mi auguro che vi sia ancora la possibilità di evitare una crisi irreversibile. Tuttavia dev’essere chiaro che il primato del diritto europeo sul diritto nazionale non può essere messo in discussione”.

E quindi l’Unione come deve rispondere a Varsavia?
“Il Parlamento europeo ha reagito in modo molto fermo. La presidente Von der Leyen è stata molto netta, cosi come alcuni stati membri. Ma vorremmo avere parole chiare anche dalla presidenza di turno slovena e dalla Presidenza del Consiglio europeo”.

I trattati europei non prevedono l’espulsione. Però esiste l’art. 7 che di fatto sospende l’adesione all’Ue. Va attivato?
“L’Unione ne ha già avviato la procedura di attivazione nei confronti della Polonia. La Commissione è impegnata in un negoziato con le autorità polacche proprio sui principi fondamentali, il cui mancato rispetto rischia di bloccare l’approvazione del piano di ripresa della Polonia. Il Parlamento europeo si è battuto per l’adozione del regolamento che condiziona l’attuazione del bilancio al rispetto dello stato di diritto: penso sia il momento di valutarne l’applicazione concreta”.

L’Europa deve davvero fare di nuovo i conti con la difesa della democrazia?
“La democrazia non si conquista una volta per sempre. Anzi, la democrazia liberale, come ha scritto Ernst Wolfgang Böckenförde, vive su “presupposti che non è in grado di garantire” con il suo solo ordinamento. La democrazia richiede una cultura, un’etica condivisa. La prospettiva della fortezza blindata rischia solo di marginalizzare l’Unione. Ormai i nostri paesi sono già dei vasi comunicanti. Come si trasmette il virus, si trasmettono qualità, diritti, esperienze, stili di vita. Costruire l’Europa vuol dire far crescere la qualità e farla diventare cultura condivisa”.

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