Il centrodestra al bivio

di Aldo Cazzullo

Lo schieramento rischia di perdere i ballottaggi tra due settimane, ma può ancora vincere le prossime politiche

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Giorgia Meloni e Matteo Salvini (Afp)

Nell’inverno del 1939, Indro Montanelli andò a Helsinki a raccontare la resistenza del popolo finnico all’invasione sovietica. Scrisse pagine memorabili sulla battaglia di Tolvajarvi («il campo era ricoperto di cadaveri congelati. Il silenzio si poteva quasi toccare. E sotto il manto di ghiaccio quei corpi sembravano soltanto assopiti. Calcolai che non potevano essere meno di 15 mila, tutti russi…»). Alla fine Montanelli andò a trovare il barone Mannerheim, eroe nazionale della Finlandia, «che a settant’anni suonati ogni mattina si faceva la barba a torso nudo nella neve con 30 sottozero», e gli disse: «Badi, l’Armata Rossa non è quella che ha visto lei. È molto più forte».

Per quanto l’accostamento possa dispiacere a qualche nostalgico, lo stesso vale oggi per la destra italiana. L’orientamento politico del Paese non è quello che si è visto nel voto amministrativo. Milano non è la Lombardia, Torino non è il Piemonte, e neppure Bologna è uguale a certe zone dell’Emilia e della Romagna che non sono più rosse come un tempo. D’altronde, in tutto l’Occidente le grandi città votano più a sinistra del resto del Paese. Le elezioni politiche, che ormai non sono molto lontane, potrebbero andare diversamente. Anche perché l’affluenza alle urne sarà più alta.

Ciò premesso, per queste amministrative la destra italiana ha fatto forse la peggior campagna elettorale di tutti i tempi. E non solo per la scelta di candidati non all’altezza, per la palese rivalità tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni, per l’altrettanto palese insofferenza di Silvio Berlusconi verso gli aspiranti eredi. Sia la Lega sia Fratelli d’Italia hanno criticato il green pass e strizzato l’occhio alla parte dell’opinione pubblica scettica se non ostile ai vaccini. Una parte che esiste e va ascoltata, ma è nettamente minoritaria. La grande maggioranza degli italiani — soprattutto al Nord — con più o meno entusiasmo si è vaccinata, volente o nolente ha scaricato il green pass, e considera gli ammiccamenti a chi non intende vaccinarsi come una mancanza di rispetto nei propri confronti.

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