Fisco, lo strappo della Lega. Draghi: «Ora Salvini spiegherà»

di Enrico Marro

Via alla riforma del fisco, nonostante l’assenza della Lega. Il consiglio dei ministri ha approvato ieri il disegno di legge delega per la riforma fiscale. Ma la tensione nella maggioranza è alle stelle. Il Carroccio, alle prese con le fibrillazioni interne dopo il deludente risultato delle amministrative, ha prima abbandonato il tavolo della cabina di regia convocato dal premier Mario Draghi per esaminare il provvedimento e poi non ha partecipato con i suoi ministri alla riunione di governo che ha approvato i dieci articoli del testo. Nella successiva conferenza stampa Draghi ha difeso la scelta di andare avanti, perché «ci saranno diverse occasioni di confronto sia in Parlamento sia in sede di preparazione dei decreti attuativi della riforma».

«Un gesto serio»

Il presidente del consiglio non ha nascosto che quello della Lega è stato «un gesto serio», ma sulle conseguenze che esso potrà avere ha detto che «bisogna aspettare che cosa dirà la Lega. Salvini spiegherà». In realtà la risposta della Lega non si è fatta attendere. Matteo Salvini ha convocato una conferenza stampa subito dopo quella di Draghi e non è stato tenero mentre il leader del Pd ha riunito d’urgenza i ministri dem. «È gravissimo lo strappo della Lega. Chiediamo a Draghi di andare avanti», dice Enrico Letta. Salvini ribalta l’accusa: «Non abbiamo fatto noi lo strappo. Noi abbiamo dato la fiducia a un governo che si è impegnato a non aumentare le tasse. Qui invece c’è una delega in bianco con un’ipotesi di aumento. Non è una crisi di governo ma evidentemente il governo deve chiarire che non è il momento di aumentare le tasse». Il segretario ravvisa questo rischio in particolare nella riforma del catasto.

Scontro sul catasto

Draghi ha assicurato che la revisione delle rendite catastali è solo «un’operazione di trasparenza» che richiederà «5 anni» e non dovrà avere conseguenze sulle tasse. «Il contribuente medio non si accorgerà di nulla sul catasto». Ma Salvini replica che «negli accordi non c’era il catasto» e che anche solo annunciare la possibilità di aumenti tra alcuni anni «significa bloccare l’edilizia adesso». Nella sua conferenza stampa Draghi ha spiegato di non aver fermato l’iter di approvazione della riforma sia perché «nella cabina di regia e in altre occasioni di confronto nella maggioranza avevamo dato informazioni sufficienti sul provvedimento» sia perché, trattandosi di un disegno di legge delega, ci sarà un tempo lungo per dettagliare i contenuti della riforma. Che per ora, lo stesso Draghi ha definito «una scatola» che detta «principi molto generali». L’articolo uno del testo assegna infatti ben 18 mesi dall’entrata in vigore della legge, dopo l’approvazione della Camera e del Senato, per l’emanazione da parte del governo dei decreti attuativi. Contro la Lega anche il capo dei 5 Stelle, Giuseppe Conte, che definisce «molto grave» l’assenza dei ministri del Carroccio nel consiglio dei ministri.

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