L’offensiva dei leghisti governisti: “Salvini pensi a tasse e Nord adesso basta inseguire i No Vax”

Luca Monticelli

«Fare il presidente di regione durante una pandemia globale non è la mia massima ambizione…». Il disagio del numero uno dei governatori e presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, è comune a molti amministratori della Lega. Perché ai problemi economici, sociali e di gestione che hanno le città colpite dall’emergenza sanitaria, si sommano i tormenti della Lega innescati dalle «sensibilità diverse sull’utilizzo del Green Pass», ammette Fedriga.

Con l’addio di Luca Morisi, il guru della propaganda social salviniana, tiratosi indietro ufficialmente per «motivi familiari», parte l’offensiva dei colonnelli del Nord Est che, sulle spoglie ancora calde della “Bestia”, vogliono un cambio di strategia, soprattutto a partire dalla comunicazione.

Lui, il Capitano, attacca «la sinistra forcaiola» sulla trattativa Stato-mafia, nega i maldipancia interni («è tutta agitazione giornalistica»), si ribadisce free-vax per «aiutare chi ha fatto una scelta diversa» e ignora le fosche previsioni sulle amministrative, «i sondaggi non ci azzeccano mai, valgono come gli oroscopi. E chissà che non siano stati proprio i sondaggi a costare la poltrona a Morisi. La verità è però che la spaccatura nel partito tra gli “istituzionali” e gli “anti sistema” sta creando un solco tra amministratori ed eletti “romani”. I primi hanno sempre più come riferimento la linea governista di Giancarlo Giorgetti, i secondi, spingono le posizioni ambigue del Capitano “free vax”. «Nella Lega ogni idea è rispettata», aveva detto Salvini rispondendo a Fedriga che sperava di mettere alla porta le idee dei negazionisti. «Tutti siamo favorevoli al vaccino», ribadisce il presidente della Conferenza delle regioni su Radio1. Botta e risposta. Se da una parte, governatori e sindaci del Carroccio sono impegnati a convincere le persone a vaccinarsi, dall’altra, nel partito, dirigenti come Alberto Bagnai e Claudio Borghi continuano la crociata contro la certificazione verde. «Sarebbe opportuno che un po’ tutti ricominciassero ad occuparsi delle cose per cui sono stati eletti», è il tweet scritto da Borghi per prendere di mira i governatori pro Green Pass.

«Torniamo alle battaglie dei territori», auspica un sindaco che vuol restare anonimo. «Il fisco, le imprese, la sicurezza – attacca – ecco i nostri temi. Il resto lasciamolo alla Meloni».

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