Recovery, allarme di Draghi: “Terremo lontane le mani della criminalità”. Ora la stretta sui controlli

Se l’Italia non sarà in grado di cambiare la fama di pessimo utilizzatore di fondi europei, i mercati faranno venir meno la fiducia fin qui data. Per il governo di quasi unità nazionale non c’è solo il lavoro straordinario del Recovery. Questa avrebbe dovuto essere la settimana della riforma fiscale, ma quasi certamente slitterà di nuovo per via dell’emergenza caro energia. Il primo ottobre scattano aumenti fino al quaranta per cento dei prezzi e il governo ha preso l’impegno a calmierarli con un taglio dei cosiddetti oneri di sistema, tasse con le quali sono stati finanziati gli incentivi alle fonti rinnovabili.

Draghi in questa fase ha bisogno di costruire il massimo consenso possibile, e così ha raccolto l’invito dei sindacati ad un patto concertativo. O meglio, con questo spirito la scorsa settimana ha incontrato a quattr’occhi il leader della Cgil Maurizio Landini e ieri quello della Cisl Luigi Sbarra. Le sigle in queste ore hanno tutti gli occhi sulla ristrutturazione dell’Alitalia, uno di quei dossier che – nel pieno della campagna elettorale – può far male al governo più di qualunque riforma. La Cisl ha chiesto in una lettera a Draghi di metterci la faccia, come se non gli bastasse tutto il resto.

LA STAMPA

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