Afghanistan, a picco il gradimento di Biden. Pentagono e 007, caccia ai colpevoli

di Viviana Mazza

Per la prima volta, il consenso per il presidente è sceso sotto il 50%. E si fa vivo anche Trump che lo accusa di aver mandato «gli afghani al macello»

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DALLA NOSTRA INVIATA
NEW YORK Il tasso di approvazione di Joe Biden è al 49%, la prima volta al di sotto del 50% da quando è diventato presidente. A scalfirlo potrebbe essere stata già la variante Delta, secondo il sito Politico, e forse è inevitabile che Biden si assesti intorno al 40-45% come i suoi due predecessori. Il consenso stava già gradualmente scendendo da mesi (a luglio era al 52,7% secondo una rilevazione), ma il partito democratico teme che il caos afghano sia arrivato in un momento in cui un numero crescente di americani è già preoccupato per l’inflazione e per la gestione della pandemia e ha paura per l’impatto sulle elezioni di midterm del 2022. Tre commissioni del Senato controllate dai dem (Esteri, Intelligence e Forze Armate) annunciano di voler fare luce sugli errori delle Amministrazioni sia repubblicane che democratiche in Afghanistan; chiameranno anche Antony Blinken a spiegare «come il dipartimento di Stato possa essere stato talmente impreparato». L’intelligence, accusata da giorni per il fallimento, ora risponde con fonti anonime sui media che sostengono che a partire da luglio i servizi avevano trasmesso rapporti più pessimistici, inascoltati dalla Casa Bianca. Il Capo di stato maggiore delle forze armate Mark Milley nega di aver ricevuto un’allerta sulla caduta di Kabul in 11 giorni . Il consigliere della Sicurezza nazionale Jake Sullivan, anche lui bersaglio delle critiche, promette un’analisi su cosa è andato storto.

I repubblicani intensificano gli attacchi. Donald Trump, che da presidente ha negoziato il ritiro con i talebani, su Fox News accusa Biden di aver mandato gli afghani «come agnelli al macello» e suggerisce che allo Studio Ovale serva qualcuno (come lui) che restituisca credibilità alla presidenza. Gli fa eco il suo ex vicepresidente Mike Pence sul Wall Street Journal mentre ricompare sul Washington Post Condoleezza Rice che all’inizio di questa guerra era consigliera della Sicurezza nazionale di George W. Bush: «Gli afghani non hanno scelto i talebani», scrive. L’ex stratega di Bush Karl Rove sostiene che sarà «impossibile cancellare questa macchia per Biden».

L’opinione pubblica americana finora ha appoggiato il ritiro dei militari da Kabul, secondo i sondaggi. Una nuova rilevazione di Politico/Morning Consult mostra un calo, ma il 49% si dice tuttora favorevole. Di certo questo tema dimenticato viene discusso per la prima volta da tempo, ma è ancora presto per le valutazioni in un clima politico iper-polarizzato.

Un altro aspetto è la credibilità di Biden nel mondo. È emerso l’altro ieri che, dopo la caduta di Kabul, il presidente americano non aveva ancora parlato con nessun altro leader coinvolto nell’evacuazione. Poco dopo, la Casa Bianca ha dato notizia di una telefonata tra Biden e il premier britannico Boris Johnson, seguita ieri da un’altra con la cancelliera tedesca Angela Merkel . Al G7 in Cornovaglia era palpabile il sollievo di presidenti e premier per l’America «tornata» con Biden. Ma all’ultima riunione di emergenza dei ministri degli Esteri dell’Unione europea di martedì sono emerse critiche per la paura di un’ondata di migranti e la minaccia terroristica.

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