Stresa, perché è giusto mostrare quel video

Gianluca Nicoletti

Da ieri è oggetto di aspro dibattito il video che documenta gli ultimi attimi prima dello schianto della cabina 3 della funivia del Mottarone. È in discussione l’opportunità di aver diffuso quel filmato nei telegiornali e nell’informazione sul web. Da una parte è invocato il dovere di integrare con quelle immagini una tragedia che è stata per giorni al centro di tutte le cronache. Dall’altra si invoca il rispetto per le 14 vittime di quel disastro, come dei familiari sottoposti all’atrocità di vedere moltiplicato ovunque l’episodio che rappresenta l’epicentro del loro dolore.

Sono 59 secondi in cui è, senza dubbio, possibile rivivere emotivamente il passaggio violento dall’essere ignari partecipi di un’escursione, a tracollare sul fondo della cabina che si impenna all’improvviso, per poi ritornare a folle velocità verso valle fino allo schianto contro un pilone.

Non si può fare a meno di essere trapassati dall’angoscia per quelle persone che non saranno più vive nel giro di pochi secondi. È veramente di poca importanza cercare di risalire a chi abbia avuto interesse perché quel video fosse diffuso. Qualcuno che ne era in possesso lo ha messo in circolazione, il file era disponibile per tutte le parti coinvolte nell’inchiesta sull’incidente, sia come presunti responsabili quanto come parti lese. Non si può fingere di non sapere quanto sia oramai irreale pensare che, un documento video di questa rilevanza, possa essere ignorato da chi ha il compito di informare. Il video testimonia in maniera inequivocabile quello che per settimane è stato ricostruito attraverso infografiche, non si può certo immaginare che un tassello di realtà così fondamentale potesse essere ignorato. Come ha poco senso disquisire se sia stato più corretto chi si è fatto lo scrupolo di pixellare i volti degli esseri umani, nei primi frame in cui erano chiaramente visibili, o chi invece lo abbia trasmesso senza alcun filtro, considerando tale attenzione solo un maldestro voler edulcorare la propria responsabilità.

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