24 mila assunti negli uffici pubblici

Il ministro parla di grande coesione nel governo, preferendo puntare il dito verso le resistenze «conservatrici» della tecnostruttura della burocrazia a più livelli. Eppure non sono mancate in Cdm richieste e puntualizzazioni. Ieri sera la riunione tra ministri è stata sospesa per trovare una soluzione al fabbisogno espresso dal titolare della Transizione ecologica Roberto Cingolani, deluso di non aver trovato lo stesso trattamento sul personale del ministero della Transizione digitale e quello della Giustizia. Alla fine si è deciso di rinviare alla prossima settimana l’approvazione di un decreto ad hoc per il rafforzamento del MiTe. Ma le tensioni, nelle ultime ore, sono state anche altre. Le ministre della Giustizia, della Famiglia e dei Giovani Marta Cartabia, Elena Bonetti e Fabiana Dadone, quest’ultima fino a febbraio titolare del ministero di Brunetta, hanno chiesto maggiori garanzie sulla parità di genere per le assunzioni. Mentre è stata più diretta la critica rivolta dal fronte parlamentare del M5S. «Un decreto che tarpa le ali ai giovani», sostenevano in mattinata i grillini. Nel mirino un passaggio, poi riscritto, che consentirebbe di reclutare personale in pensione anche con funzioni dirigenziali. E proprio sui dirigenti si sofferma Brunetta per difendere la scelta di una selezione anche all’esterno della Pa. «Abbiamo una dirigenza ingessata, con poca mobilità orizzontale e verticale. Abbiamo scelto di reclutare dall’esterno alti livelli di dirigenza e che non ci fosse solo la progressione interna di carriera. Non abbiano nulla da temere i bravi funzionari e i dirigenti della Pa. Dovrà prevalere il merito. La remunerazione dovrà essere all’altezza del mercato». 

LA STAMPA

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