I musei ripartono con il tutto esaurito. Agli Uffizi carica di 102mila visitatori

di Marilena Pirrelli

Il PNRR e la cultura, il contributo del patrimonio privato

Con la cultura ci si nutre, eccome, e si muove anche l’economia. Soprattutto dopo la lunga e dura esperienza della pandemia. Le Gallerie degli Uffizi sono le prime a uscire allo scoperto: nel primo mese di riapertura si è sfondato il muro dei 100mila visitatori, 102mila per l’esattezza, con un +40% di presenze tra la prima e la quarta settimana di maggio, tra Uffizi, Palazzo Pitti e Giardino di Boboli, con un trend crescente nell’ultima domenica del 30 maggio con 8.418 visitatori, con elevata qualità e sicurezza della visita, assicurano dal museo. Hanno incentivato la visita anche le diverse formule dei biglietti come il Passepartout 5 days acquistato ben 3.625 volte (biglietto cumulativo al circuito museale).

Effetto-traino in Toscana

«Si riconferma il ruolo sociale del museo: agli Uffizi oltre agli italiani da tutta la Penisola, sono arrivati anche i primi visitatori stranieri – commenta il direttore Eike Schmidt – con un benefico effetto-traino per l’economia non solo di Firenze, ma dell’intera Toscana. È un segno concreto che fa tirare un sospiro di sollievo alla città e agli operatori del settore turistico, dopo quasi un anno e mezzo di fermo».

Il museo, nei momenti di necessità trasformato anche in hub vaccinale – da Capodimonte a Napoli al Castello di Rivoli passando per il Museo della Scienza di Milano, sempre accanto alla comunità, – torna ora a svolgere il suo ruolo di agorà culturale, finestra sui mondi e luogo d’incontri. Grazie anche alla forza degli interventi di sostegno 502 milioni di euro dal Ministero della Cultura per piccoli e grandi musei, statali, partecipati e privati, per i servizi educativi e le mostre e, soprattutto, per la digitalizzazione, insomma per non lasciare indietro la cultura.

Il volano del Pnrr

Anche il Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza finanzierà progetti e investimenti per cultura e turismo per un valore totale di 6,68 miliardi di euro, pari al 3,5% sul totale di 191,5 miliardi, contro l’1,5% del Portogallo, il 2% della Francia, l’1,2% della Spagna e 0 della Germania, secondo lo studio comparato tra i recovery plan condotto da Civita su cinque paesi europei. E se ci vorrà tempo per tornare a recuperare quel 77% di visitatori persi dai musei statali, pari a 40 milioni tra appassionati e turisti e circa 200 milioni di incassi, la luce si comincia a vedere in fondo al tunnel.

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