Pil, Italia meglio della Germania. Il Quirinale: ora lo sforzo di tutti

di Enrico Marro

Il rimbalzo dell’economia, dopo la più grave crisi dall’Unità d’Italia, è cominciato. E con una forza un po’ superiore alle attese. Tanto che, per una volta, abbiamo fatto meglio di Germania e Francia. Questo dicono i dati diffusi ieri dall’Istat sul prodotto interno lordo e sull’occupazione. L’istituto di statistica ha corretto al rialzo le stime preliminari del 30 aprile scorso sul Pil del primo trimestre 2021 e la buona notizia è che si è passati dal segno meno al segno più, ovvero dal -0,4% rispetto all’ultimo trimestre del 2020 al +0,1%, contro il -0,1% della Francia e il -1,8% della Germania (restiamo lontani però dal +1,6% degli Stati Uniti).

Un piccolo segnale, d’accordo, ma che fa ben sperare rispetto alla possibilità di superare quest’anno la crescita stimata dal governo al 4,5%. Lo stesso Istat segnala che la «crescita acquisita», quella cioè che si avrebbe se la dinamica del prodotto interno lordo fosse pari a zero nel resto dell’anno, è del 2,6%. Ma tutti i centri previsionali stimano un progressivo aumento della crescita nei prossimi tre trimestri, ovviamente confidando nel progressivo ritorno alla normalità post-covid.

Anche i dati provenienti dal mercato del lavoro confermano una cauta ripresa, segnando ad aprile oltre 120mila occupati in più rispetto a gennaio (+20 mila nei confronti di marzo). Anche qui il rimbalzo è appena all’inizio, trattandosi per lo più di posti a tempo determinato (+96mila in aprile, mentre quelli stabili e gli autonomi sono calati) i primi a recuperare ora che l’economia volge al meglio così come sono stati i primi a scendere quando le cose si erano messe male; senza considerare che, rispetto all’inizio della pandemia (febbraio 2020), si contano pur sempre più di 800mila occupati in meno (anche se il dato è “gonfiato”, rispetto alle rilevazioni compiute fino allo scorso anno, dal fatto che ora le persone in cassa integrazione da oltre tre mesi, per via dei nuovi standard Eurosta, non vengono più conteggiate tra gli occupati, ma tra gli inattivi). Comunque, osserva lo stesso Istat, sono ormai tre mesi che l’occupazione è in ripresa e ad aprile è proseguito il calo degli inattivi (-138mila) e c’è stato un aumento delle persone in cerca di lavoro (+ 870 mila in un anno). La disoccupazione è così salita al 10,7%, ma il dato viene appunto letto in chiave positiva.

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