Ddl Zan. Perché riscrivere il testo è la via per una legge seria

Si vuole forse promuovere la tesi, del tutto discutibile, che di fatto non esiste il genere? Che cioè il genere, e l’identità biopsico- sociale che vi si ‘sustruisce’, non ha basi o vincoli di ‘natura’, ma il ‘dispositivo naturale’ per così dire – il sesso, gli ormoni – è a disposizione dell’autointerpretazione del libitum individuale? Non è questa una surrettizia normativizzazione della negazione ideologica della ‘naturalità’ del genere, anche di quella omosessuale?

E ammesso che tutto questo costrutto ideologico sia argomentabile sensatamente in re – cosa che ovviamente chi scrive non crede affatto –, perché poi dello spettro di genere dovrebbero essere protetti alcuni ‘spicchi’, per altro fluidi, e non altri? Perché più numerosi in società? Ma è argomento che tiene, se il genere forse più numeroso quello ‘normo-femminile’, diciamo così, patisce ogni giorno discriminazioni e violenze? Come si fa a non vedere che la giusta esigenza dell’emancipazione sociale dalla discriminazione e dalla violenza della propria identità di genere rischia di mettersi al servizio di una richiesta ai ‘generi’ di omologazione ‘unigenerica’ sul terreno prestazionale, per altro modellato tayloristicamente sul maschile, funzionale a un sistema di produzione che ha bisogno di lavoro sempre più mobile e sganciato da ogni attribuzione di ruolo tradizionale che ne possa appesantire il costo alla catena di produzione sociale? Dietro il lancio unisex dei jeans Levi’s di qualche decennio fa e la pubblicità promozionale della fluidità di genere di qualche grande firma della moda, il messaggio in analogia di certi influencer sui palchi dello spettacolo, c’è un nodo generale della nostra società, che ti vende la ‘libertà’ di sceglierti la tua identità nella sfera sessuale in cambio di ampie cessioni della tua più generale identità esistenziale, di richiesta di omologazione della tua identità su tutto il restante spettro sociale, economico e politico del suo esercizio esistenziale, cioè della tua differenza di persona, anche come attribuzione di genere. Ma tutto questo viluppo di questioni (e anche la questione non meno scivolosa della ‘fobia’ dell’alterità, che è magari un’alterità che temo in me e per cui non sono pronto, come di per sé atteggiamento discriminatorio da sanzionare penalmente, piuttosto che ‘lavorarci su’ sul piano culturale ed educativo per costruire una società più accogliente dell’altro, dell’altro che è in me e che mi fa me) può essere risolto nelle definizioni di un articolo di legge? Onestamente penso di no.

E allora una proposta di pulizia concettuale e normativa del ddl Zan: 1) si titoli la legge «Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sulla disabilità e sull’omofobia, lesbofobia, bifobia, transfobia»; 2) si elimini l’articolo 1 delle definizioni con le difficoltà che ne vengono a cascata; 3). si iteri differenziandola la previsione penale alla fine dell’art. 604-bis del codice penale in questo modo: «Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è altresì punito: a) con la reclusione fino ad un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro chi istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi fondati sulla disabilità e sull’omofobia, lesbofobia, bifobia, transfobia; b) con la reclusione da sei mesi a quattro anni chi, in qualsiasi modo, istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi fondati sulla disabilità e sull’omofobia, lesbofobia, bifobia, transfobia»; di modo che possa anche essere espunta dalla legge l’excusatio non petita che sulla materia dell’identità di genere e degli stili di vita in generale è fatta salva la libera espressione e propaganda, nel rispetto dell’integrità morale e fisica di ogni persona, delle proprie idee. Fatto questo, con qualche altro intervento di messa in coerenza del testo, il ddl Zan penso si possa approvare assicurandone normativamente le giuste intenzioni di fondo.

Filosofo, Università Federico II Napoli e già parlamentare della Repubblica eletto nel centrosinistra ©

AVVENIRE.IT

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.