Quarant’anni fa l’attentato a Wojtyla. Che mondo sarebbe stato senza di lui?


Ricorre la memoria liturgica della Beata Maria Vergine di Fatima e il 40°anniversario dell’attentato a San Giovanni Paolo II, qui in Piazza. Egli sottolineava con forza che doveva la vita alla Signora di Fatima. Questo evento ci rende consapevoli che la nostra vita e la storia del mondo sono nelle mani di Dio. Al Cuore Immacolato di Maria affidiamo la Chiesa, noi stessi e il mondo
Papa Francesco 12 maggio 2021


A quarant’anni di distanza il cardinale Dziwisz conferma la lettura mistica dell’attentato che fin dai giorni successivi all’evento dette san Giovanni Paolo II. «Quel pomeriggio una mano ha sparato ma un’altra Mano ha guidato le pallottole», afferma citando proprio le parole di papa Wojtyla. E aggiunge: «Il 13 maggio 1981 si avverarono le parole del Signore: “Prenderanno in mano serpenti e se berranno qualcosa di avvelenato, non nuocerà loro”».

Tuttavia l’anziano porporato non può fare a meno di pensare che cosa sarebbe successo se il tentativo del killer turco avesse messo fine alla vita del Pontefice. «Quanto poveri e diversi sarebbero stati il mondo e la nostra Polonia, senza la sua testimonianza di fede e di dottrina, senza le sue indicazioni e i suoi ammonimenti di fronte ai pericoli e ai turbini che possono minacciarci nel mondo contemporaneo».

Una domanda, specialmente, ritorna nella mente del cardinale. «Saremmo stati capaci di capire noi stessi; la Chiesa che egli con tanto impegno riformò e guidò nello spirito del Concilio Vaticano II; la famiglia per la quale ha combattuto in ogni angolo del globo; la gioventù che egli radunò intorno a Cristo, sorgente di vero amore, di bellezza e di purezza; infine la vita per la quale esigette rispetto dalla concezione alla morte naturale?». E «quanto sarebbe «stato difficile vivere senza la sua scuola di preghiera e quel totale affidamento a Dio attraverso Maria?».

La Mano che sviò il proiettile permise anche di realizzare tutto questo. «A Lei – dice Dziwisz – il grazie per quel miracolo di salvezza del 13 maggio 1981». Così come pure la preghiera fiduciosa, conclude il cardinale, per la «fine della pandemia, per cui ci affidiamo all’intercessione di san Giovanni Paolo II».

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