Draghi pronto al compromesso: “Da metà maggio coprifuoco alle 23”

Sta di fatto che non sono servite molte parole ieri quando ha incontrato il presidente del Consiglio in mattinata e si è confrontato con lui. Entrambi sanno cosa muove Salvini e cosa lo ha mosso a pretendere che la Lega spingesse il più possibile su una battaglia che si gioca sulle frustrazioni legittime di tantissimi ristoratori e che è diventata identitaria per il partito. Se lo sono detti anche di persona, Giorgetti e Salvini, quando ieri sera si sono visti per circa un’ora nell’ufficio del segretario del Carroccio. Un colloquio necessario per dimostrare all’interno e all’esterno della Lega che non esistono due linee, come tengono a precisare fonti vicine al ministro dello Sviluppo economico. Perlomeno non sul merito delle battaglie. Altro discorso è il metodo con il quale il partito adotta decisioni che poi affida al capodelegazione nel governo. Metodo che secondo Giorgetti è stato completamente sbagliato, perché lo ha mandato allo sbaraglio, facendogli fare una figuraccia con Draghi e con i colleghi.

LA STAMPA

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