Mortalità azzerata/ La lezione di Johnson e l’Europa che arranca

Il Regno Unito ha, inoltre, il vantaggio di non dover negoziare al proprio interno con Regioni indisciplinate ed è questo un valore supplementare rispetto a Stati europei che stanno pagando un costo sia verso l’altro – un’Unione incompiuta – sia verso il basso – Regioni a diverso grado di lealtà. Senza arrivare alle comiche italiane – con governatori di Regioni che arrivano a negoziare con la Russia per comprare un vaccino per il quale non è stata neppure richiesta l’autorizzazione – anche Francia, Germania, Spagna hanno forti autonomie locali. 
È vero che il Regno ospita quattro “nazioni” con un proprio parlamento, e, tuttavia, in Inghilterra (che conta quattro quinti della popolazione complessiva) non esistono governi regionali eletti. Tutto questo ha reso possibile il disegno e l’implementazione di un piano vaccinale centralmente articolato per undici gruppi (di cui sette per fasce d’età) da raggiungere in rigorosa sequenza. Ha consentito il completamento della Fase 1, che ha visto vaccinare tutti gli over 50 in meno di tre mesi, ed il passaggio ad un piano di riaperture pianificato con la stessa precisione militare. 

A Fase 1 conclusa si continueranno a vaccinare più di 600 mila persone al giorno (sotto i 50 anni) che è un numero superiore a quello ambizioso (500 mila) che il generale Figliuolo – commissario per l’emergenza – cerca di raggiungere in Italia entro la terza settimana di aprile. 
C’è un ultimo aspetto che va sottolineato della campagna vaccinale inglese: l’utilizzo dei dati che, pur non arrivando ai livelli di pervasività della Corea del Sud o della Cina, ha consentito di programmare l’operazione e comunicarne l’urgenza all’opinione pubblica. L’equivalente dell’Istat inglese (si chiama Ons) è arrivato a calcolare – sulla base dei numeri dell’ultimo anno di pandemia e vaccinazioni – quanto vale in vite umane una vaccinazione: come racconta il grafico che segue, 493 iniezioni per gli individui con un’età tra i 70 e i 74 anni sono sufficienti ad evitare un morto; vaccinare quelli tra i 50 e i 54 anni è dieci volte meno efficace.

L’Italia delle Regioni, invece, secondo il sito dell’Agenzia europea per il controllo e la prevenzione delle malattie, è l’unico Paese europeo che riesce ad avere una percentuale di vaccinati superiore tra gli individui con età tra i 25 e i 49 anni rispetto a quelli tra i 70 e i 79. 
Il meno peggiore dei regimi politici è, ancora, la democrazia. Lo avrebbe ricordato, in questi mesi, Winston Churchill. E tuttavia, masticando un sigaro, avrebbe anche aggiunto che le democrazie sopravvivono solo se capaci di essere efficienti nelle ore più buie. L’Europa continentale, ancora una volta, sembra più adatta ai tempi di pace che a quelli caratterizzati dalle strane guerre che definiscono questo secolo veloce. L’Unione appare intrappolata in mezzo ad un pericolosissimo guado. La scelta presto sarà tra l’approdo ad integrazioni piene e il ritorno a responsabilità più chiaramente nazionali.

IL MESSAGGERO

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