Rocco Casalino, nell’autobiografia le violenze del padre, le cene con Trump e Merkel

Il racconto del padre violento, alcolizzato. Le notti trascorse a dormire con la sorella nella vasca da bagno, perché quella era l’unica stanza che si poteva chiudere a chiave per difendersi dal genitore violento. E quando si trova davanti a quest’ultimo, sul letto di ospedale, lo guarda e dice: «Muori. Devi morire». Poi: «Pronuncio queste parole con lingua ferma. Senza rabbia. Parole ferme, dure, normali… Sono sollevato. Tutto il male che mio padre aveva fatto a mia madre, a me e mia sorella…». È uno dei passaggi privati e più duri, anticipati da La Verità, che Rocco Casalino rivela nella sua autobiografia: Il portavoce-La mia storia, edito da Piemme, la cui uscita è slittata al 16 febbraio a causa della crisi di governo.

Casalino, portavoce dell’ex premier Giuseppe Conte, nelle 272 pagine ripercorre la sua vita: da figlio di emigranti pugliesi che viene bullizzato dai compagni di scuola negli anni in cui la sua famiglia vive in Germania. Poi gli anni di studio, la laurea in Ingegneria, la fatica a trovare una strada e soprattutto un lavoro.

Poi, d’improvviso, arriva il 2000. Prima edizione del Grande Fratello:16 milioni di spettatori. Rocco si tuffa ai provini e dice: «Sono qui con la mia ragazza, ma mi piacciono anche gli uomini». Casalino arriva quasi in finale, ma in quei 93 giorni con le telecamere fisse addosso lui riesce a fare il grande salto mediatico e diventa «Rocco».

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