Unica via d’uscita/ Ogni Stato sia autorizzato a produrre il suo vaccino

Romano Prodi

ROMANO PRODI

Negli ultimi mesi mi sono più volte chiesto se il compito di fare previsioni economiche debba essere trasferito dalla competenza degli economisti a quella dei virologi. Questo non tanto perché si sia aperta una nobile gara a chi sbaglia di più tra le due categorie, ma perché gli andamenti dell’economia, in questa fase storica, dipendono ormai quasi esclusivamente dal comportamento del virus. 

Tutto ciò emerge dal confronto dei dati economici tra il terzo e il quarto trimestre dello scorso anno. A una forte ripresa, quando si pensava che il virus fosse sconfitto, è seguita la stagnazione di fine d’anno, quando l’epidemia ha ricominciato il suo corso.

Se il passato è dipeso dall’andamento del virus, non sorprendiamoci che il futuro dipenderà, come emerge dalla lettura delle ultime previsioni del Fondo Monetario Internazionale, dalla diffusione del vaccino. La battaglia per il vaccino è in pieno svolgimento e ogni Paese, naturalmente, usa le armi che ha a disposizione. 
Al vertice della protezione vaccinale non troviamo però uno Stato produttore ma Israele che, con un’intelligente strategia preventiva, si è assicurato il vaccino, garantendo alla casa produttrice tutte le informazioni di cui essa ha bisogno per monitorare i comportamenti e gli effetti del vaccino stesso. 

Una specie di raffinato scambio scientifico fra il vaccino e le cartelle cliniche dei cittadini. Tra i Paesi maggiori la corsa al vaccino è dominata da Stati Uniti e Gran Bretagna, entrambi grandi produttori ed entrambi sempre più orientati a privilegiare il mercato interno. 


Data la loro limitata capacità produttiva, ne deriva, per quanto possibile, la riduzione della fornitura agli altri mercati. Di qui le complicate controversie con l’Unione Europea che, da un lato ha compiuto uno straordinario passo in avanti mettendo tutti i 27 Stati membri nelle stesse condizioni per l’acquisto, ma che, da un punto di vista produttivo, si trova in una situazione di debolezza. Tutto questo in un mercato diventato, dopo la seconda ondata della pandemia, un campo di vera e propria lotta per la supremazia. Non si tratta soltanto di profitti aziendali dei produttori, ma del primato dei Paesi. 

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.