Conte, elezioni più vicine: governo a rischio con il voto del 27 su Bonafede

di Alberto Gentili

ROMA Cinque giorni per arruolare almeno cinque senatori e arrivare alla maggioranza assoluta di 161 voti in Senato. E’ questa la mission (quasi) impossible di Giuseppe Conte che ieri notte, per lanciare un ulteriore segnale ai potenziali «volenterosi» e placare il Pd, ha ceduto la delega ai Servizi segreti al suo consigliere diplomatico Pietro Benassi. Mercoledì prossimo, se il governo non riuscirà a ottenere un rinvio, a palazzo Madama è infatti in programma una nuova resa dei conti sulla relazione sulla giustizia del Guardasigilli Alfonso Bonafede. APPROFONDIMENTI

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Il rischio elezioni

In questa seconda e decisiva conta, i 140 voti del centrodestra (che è salito al Quirinale per chiedere elezioni e soltanto elezioni) si sommeranno con ogni probabilità ai 16 di Italia Viva. A meno che, cosa per ora improbabile, non venga accolto il nuovo appello di Matteo Renzi a riaprire il confronto: «Noi ci siamo, fermate il compro-baratto-vendo di singoli senatori». E 140 più 16 (prima i renziani erano 18, ma hanno perso per strada Riccardo Nencini ed Eugenio Comincini) fa 156: i voti presi da Conte all’ultima fiducia. «Perciò se non riusciamo a rastrellare un manipolo di volenterosi», dice un ministro dem, «il governo verrà battuto in Senato sulla giustizia e si precipiterà verso le elezioni…».


Tra i rosso-gialli l’allarme è alto. Nonostante il lavorio incessante e sotterraneo del premier, del pontiere dem Goffredo Bettini e del centrista Bruno Tabacci, le adesioni tardano ad arrivare. Così Bettini avverte: «Senza l’auspicato rafforzamento della maggioranza con un’area liberale, moderata e di centro, si andrà a votare tra maggio e giugno una volta varato il Recovery Plan e contenuta l’epidemia. Dunque chi vuole sostenere il governo deve farsi avanti adesso, non può continuare a restare nascosto. Per noi del Pd, che non faremo mai un governo istituzionale con una destra amica di Orban, andare a elezioni non è un problema. Mi chiedo se vale lo stesso per Forza Italia e per Italia Viva…». Le due forze politiche che rischiano di uscire ridimensionate, se non addirittura di scomparire, dopo il passaggio elettorale.

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