Arriva il 2021. Non fidatevi delle previsioni

di MICHELE BRAMBILLA

Nei giorni scorsi abbiamo ripubblicato – solo per divertissement, niente di offensivo – le previsioni degli astrologi di inizio 2020: solo Branko aveva previsto un anno gramo, tutti gli altri assicuravano ad ogni segno zodiacale tante belle cose in amore, salute, lavoro. Sappiamo tutti com’è andata. Oroscopi, si dirà.

Ma siamo sicuri che noi giornalisti siamo più attendibili quando parliamo dell’anno che verrà? Quando lo prevediamo, lo programmiamo, lo pianifichiamo? Uno sguardo ai giornali di inizio 2020 può servire a tutti noi per prenderci un po’ meno sul serio di quanto siamo soliti fare. E dunque, di che cosa parlavamo, un anno fa?

Il Post, un giornale online mai banale, ha ripubblicato 101 prime pagine dei principali quotidiani italiani. La preoccupazione più grande, per l’anno che sarebbe venuto, era una guerra con l’Iran (’Raid Usa. L’Iran: ora vendetta’, Corriere della Sera del 3 gennaio) mentre una storica svolta politica sarebbe sicuramente arrivata (’Pd, cambio tutto’, titolone di Repubblica dell’11 gennaio, intervista a Zingaretti). Solo il 21 gennaio appaiono i primi, timidi titoli sul virus che avrebbe condizionato l’anno intero, ma già il 23 gennaio la vera pandemia era di nuovo politica (’M5S, addio al veleno di Di Maio’, titolone de La Stampa). Inutile dire che il Pd è ancora il Pd e che Di Maio è ancora nel M5S. A proposito, il 28 gennaio ancora La Stampa titolava: ’Il Pd a Conte: ora cambiamo agenda’ e il 14 gennaio il Giornale annunciava ’Capolinea Conte’: ma questi in fondo sono forse titoli profetici, buoni per i giorni nostri. Quando arriva il virus, Il Fatto annuncia ’Trovata la cura che batte il virus’ (15 marzo), Libero che ’Chi fuma non prende il Covid’ (24 aprile) e anche noi ci avevamo messo del nostro il 28 febbraio : ’Morti di coronavirus in Italia? Zero’ (intervista all’infettivologo Matteo Bassetti).

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