La rivoluzione che può salvare il centrodestra

di PIERFRANCESCO DE ROBERTIS

Il centrodestra ha vissuto e vive uno dei suoi momenti più drammatici, come sono tutti i momenti di passaggio. Un momento non imprevisto. Una leadership e un partito appaiono nella loro fase declinante, gli altri cercano di riposizionarsi all’interno di quell’elettorato che dal 2018 in poi le ha consegnato il governo di quindici regioni. Ma quando appare ormai chiaro che il Conte II reggerà per altri due anni e che il centrodestra non potrà sfaldarsi perché in primavera ci sono importantissime amministrative, ecco che i giochi al suo interno si fanno più duri. La stalla è chiusa ma i buoi sono ancora dentro, e questa è la fase in cui i buoi si prendono a cornate.

Il centrodestra che si presenterà al voto nel 2023 non sarà quello di adesso, ma per assumere un nuovo assetto servirà una grande rivoluzione. La potrà fare Forza Italia o quello che di qui a due anni e mezzo sarà dell’ala più moderata del centrodestra? Non è facile, perché Forza Italia appare troppo legata a una leadership, quella di Berlusconi, che con tutti i suoi meriti, con tutti gli elogi possibili per il coraggio e la lucidità che tuttora il Cavaliere sta mostrando, è per forza di cose destinata ad affievolirsi. E il partito Forza Italia, la sua classe dirigente pure composta da elementi di grande valore ed esperienza è forse troppo legata al Cavaliere.

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