Manovra, Roma dimenticata: avanza l’autonomia del Nord. Ancora niente soldi né poteri speciali per la Capitale

La Capitale, insomma, è stata ancora una volta ignorata. La seconda ragione è che i 4,6 miliardi stanziati dal governo per ridurre il gap infrastrutturale sembrano una gran cifra, ma in realtà sono poca cosa. Primo perché si tratta di somme che non arriveranno tutte insieme, ma un po’ alla volta negli anni. Nel primo anno, il 2022, lo stanziamento è di solo 100 milioni di euro, che diventano 300 milioni l’anno dal 2023 al 2027, per poi infine salire a 500 milioni dal 2028 al 2033.

Gli impegni mancati

I 4,6 miliardi, insomma, sarebbero impiegati in circa un decennio. La cifra dunque del tutto insufficiente a colmare il gap infrastrutturale. Come noto lo Stato non ha quasi mai rispettato l’impegno di spendere nel Mezzogiorno almeno il 34% delle risorse per investimenti. Secondo le analisi condotte sul sistema dei Conti pubblici territoriali, il gap infrastrutturale creato dalle mancate opere solo dal 2000 al 2017, vale 44 miliardi di euro. Circa 2,6 miliardi l’anno. È evidente che voler colmare il gap con 300 milioni l’anno è come voler spegnere un incendio con un secchio bucato. Anche considerato che, quando c’è stato da finanziare strade e ferrovie in vista delle Olimpiadi invernali di Milano e Cortina, il governo ha trovato sull’unghia un miliardo di euro, 473 milioni per le opere nella Regione Lombardia, 325 milioni nella Regione Veneto, 82 milioni nella Provincia Autonoma di Bolzano e 120 milioni in quella di Trento. E tutti cantieri dovranno concludersi entro l’avvio delle Olimpiadi, ossia nel 2026. In altri termini, più soldi in proporzione e da spendere in tempi più rapidi. Con la conseguenza che i gap, invece di ridursi, rischiano di allargarsi ancora. 

IL MESSAGGERO

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