Di tutto per evitare il lockdown

È un nuovo mood quello dell’esecutivo, che si spinge fin dentro il ministero della Salute. Roberto Speranza da sempre è stato il capofila degli intransigenti nell’esecutivo, ma la consonanza di vedute con Conte è pressoché totale in questa fase. “Abbiamo scampato l’autunno caldo e tutto sommato la riapertura delle scuole finora è andata bene – ragiona un esponente dell’esecutivo – ma cosa succede quando si esaurisce la cassa integrazione? Dobbiamo assolutamente evitare nuovi shock all’economia”.

Per questo il premier spinge fortemente per una stretta su tutte quelle misure di protezione individuale che non tocchino direttamente le attività produttive. “Abbiamo sempre adottato una linea metodologica coerente, mettendo sempre la salute al primo posto, anche perché se curiamo prima la salute poi le cose vanno meglio”, ha motivato l’obbligo introdotto oggi di portare le mascherine sia all’aperto sia in tutti i luoghi aperti al pubblico. “E poi ci sono i criteri di adeguatezza e proporzionalità – ha aggiunto – oggi che non vogliamo tornare al lockdown riteniamo adeguata questa misura”.

C’è anche una questione sociale, in un paese che vede di giorno in giorno aumentare negazionisti e critici, molto meno disponibile ad accettare di buon grado una nuova poderosa limitazione alle libertà personali. Quando si esaurirà la cig aumenteranno sensibilmente le fibrillazioni nel paese, una nuova stretta potrebbe dare il colpo di grazia a un paese stanco e sfibrato. Non è un caso che alle Regioni sia stata data la facoltà di emettere ordinanze più restrittive. Come a dire: per il governo le misure sono calibrate al punto giusto, ma non si opporrà di certo a strette disposte nei territori come già fatto da Vincenzo De Luca con il coprifuoco per bar e ristoranti e da Nicola Zingaretti anticipando il provvedimento sulle mascherine.

Nulla viene escluso, secondo la bussola che la salute viene prima di tutto, ma tutte le strade per il contenimento del virus verranno intraprese prima di pensare a eventuali chiusure. Prudentemente l’esecutivo potrebbe sfruttare fino all’ultimo i giorni che lo separano dalla scadenza del dpcm ponte varato oggi e in vigore fino al 15 ottobre, nella logica che “osserviamo i numeri e vediamo se intraprendere qualche altra misura, sempre nel solco della adeguatezza e proporzionalità”. Sperando che non occorrano.

L’HUFFPOST

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