Di tutto per evitare il lockdown

Quando la comunicazione di Palazzo Chigi annuncia che Giuseppe Conte uscirà in piazza Colonna per alcune dichiarazioni sembra di rivedere un vecchio film disturbante. Sono da poco passate le sei, e appena mezz’ora prima il bollettino dei contagi aveva fatto segnare un brusco incremento, fermandosi a quota 3678 nuovi contagi, con un rapporto di nuovi malati rispetto ai tamponi tra i più alti delle ultime settimane.

Quello delle dichiarazioni serali del premier è un format che nessuno si augura di rivedere, non fosse altro perché segnalerebbe un’impennata della curva epidemica. “Non ci possiamo rilassare, non possiamo disperdere i sacrifici fatti”, dice il presidente del Consiglio ai suoi collaboratori, prima di decidere di convocare il punto stampa. 

L’orizzonte fortunatamente è cambiato. Non ci muoviamo più in una terra del tutto incognita, il censimento dei contagi è frutto di un numero di tamponi mai effettuato nella scorsa primavera, il rapporto tra sintomatici e asintomatici è maggiormente sbilanciato verso i secondi, il tasso di ospedalizzazione è sotto controllo, le terapie intensive non sono sotto stress, i casi sono maggiormente distribuiti sul territorio nazionale. Sono queste le considerazioni per le quali Conte vuole assolutamente evitare, per tutto il tempo che sarà possibile, di assumere provvedimenti che impattino sulle attività produttive del paese. È lo stesso esecutivo d’altronde ad aver messo nero su bianco le cifre della possibile catastrofe: meno 11% del Pil in caso di una nuova serrata.

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