Coronavirus, cosa ci aspetta nei prossimi 7 mesi: mascherine, anziani, smart working (e il Natale)

Natale

Tra un mese è Halloween ed è arduo immaginare migliaia di streghette, vampiri e fantasmini che sciamano sulle strade scambiandosi dolcetti, mentre tanti italiani fanno la fila per i tamponi ai drive-in. Poi verrà il Natale, il primo nell’era del Covid-19. Facile immaginare che ci metteremo in fila davanti ai negozi o acquisteremo i regali online, che prenoteremo in anticipo il ristorante e che le festività le passeremo in terra italica, lontani da persone care che vivono all’estero. Aeroporti e alberghi resteranno quasi vuoti ancora a lungo. L’elenco delle nazioni da cui si entra in Italia solo col tampone negativo è destinato ad allungarsi. E preghiamo che non si allunghi quello degli ospedali a rischio collasso. «La rete sta tenendo bene — incrocia le dita il ministro Francesco Boccia — Le terapie intensive sono sotto controllo». E i trasporti? «Reggono, non ci si ammala sui treni a lunga percorrenza». Gli autobus e le carrozze del trasporto pubblico locale, igienizzati ad ogni corsa, continueranno a viaggiare all’80% dei posti.

Smart working

Il ritorno a scuola di otto milioni di studenti e il rientro degli adulti in ufficio hanno rianimato un poco le città. Anche nei centri storici è tornata un po’ di vita, ritmata dai clacson e dai motori. Suoni e rumori che il bollettino dei contagi potrebbe spegnere di nuovo, costringendo tante aziende a rimandare i lavoratori a casa. Si pronuncia «smart working» e si traduce per le famiglie con la difficoltà di conciliare i nuovi tempi del lavoro con i turni dei figli, fra compagni e docenti positivi e intere classi in quarantena. Aspettando i test rapidi per tutte le scuole.

Calcio

Resistere, per dirla con Speranza, è anche mettere in conto che il calcio possa di nuovo fermarsi: «La priorità sono le scuole non gli stadi, io ho una posizione molto rigida sul pubblico». Resistere è fingere di non sentire la paura che torna, è convincersi che stiamo andando avanti e non indietro e che davvero c’è «luce in fondo al tunnel». Quando arriverà, il vaccino? Il contratto con AstraZeneca prevede 2, 3 milioni di dosi a fine anno. «Ma deve andare tutto liscio», sospira Speranza.

CORRIERE.IT

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