Vaccino Pfizer: 100 milioni di dosi a fine anno

di ALESSANDRO MALPELO

Roma, 15 settembre 2020 – Vaccino anti-Covid, dopo lo stop-and-go di AstraZeneca occhi puntati su Pfizer. Sono otto nel mondo le sperimentazioni in dirittura d’arrivo, cioè con test su volontari in fase clinica. Chi taglierà il traguardo per primo? La soluzione Oxford, è cronaca di questi giorni, ha registrato un effetto indesiderato, ma c’è un’alternativa che viene alla ribalta. Ne parliamo con Valentina Marino, direttore medico di Pfizer.

Dottoressa, la Commissione Ue il 9 settembre scorso ha prenotato milioni di dosi del vaccino Pfizer, scommettendo nel successo dell’impresa. A che punto siamo con la preparazione?

“Stiamo effettuando sperimentazioni su trentamila persone a livello globale tra Stati Uniti, Argentina, Brasile e Germania. Al momento non si registrano eventi avversi severi. Dagli studi di fasi I-II sono emersi buoni risultati. Ora siamo in fase III, vengono vaccinati soggetti di età compresa tra 18 e 85 anni. Sarebbe imprudente prevedere l’esito finale dei test, i risultati sono attesi per la fine di ottobre, quindi a breve”.

Come riuscite a ottenere la protezione immunitaria nei confronti di un virus così contagioso?

“Questo vaccino, che non ha ancora un nome ma una sigla identificativa (BNT-162), veicola un Rna messaggero all’interno delle cellule, inducendole a produrre l’antigene, in questo caso la proteina spike, determinando così la sintesi di anticorpi neutralizzanti verso il Sars-Cov-2”.

Come verranno smistati i lotti?

“Come altri farmaci biologici, queste molecole devono essere conservate a -80 gradi centigradi, quindi occorre mantenere la catena del freddo fino al momento della somministrazione”.

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