Mancano all’appello centomila professori E i banchi arriveranno alla fine di ottobre

di ELENA G. POLIDORI

Bambini delle elementari in ginocchio che usano le sedie come banchi per scrivere, oppure con il quaderno sulle ginocchia piegati per riuscire a disegnare. O – ancora peggio – seduti per terra. Questo è stato il primo giorno di scuola per alcune sezioni di scuole primarie genovesi che non hanno ancora ricevuto i banchi monoposto pensati per la scuola post Covid, ma a macchia di leopardo, un po’ in tutta Italia (a Roma in particolare) mancano all’appello i banchi monoposto o a rotelle che dovevano essere consegnati per la riapertura. In serata Palazzo Chigi ha voluto mettere i puntini sulle i: “Abbiamo fornito gratuitamente 136 milioni di mascherine chirurgiche nelle scuole di tutta Italia e 445mila litri di gel igienizzante”. Ma a mancare sono soprattutto gli insegnanti. Quasi 100 mila, secondo il primo screening fatto alla riapertura degli istituti, soprattutto al Nord. Al Sud, invece, si va ancora a caccia del reperimento degli spazi che permettano il distanziamento, mentre di banchi, in generale, all’appello ne mancano 800 mila.

Alla riapertura post Covid, la scuola ha ripresentato le criticità di sempre acuite da nuove necessità e urgenze che comunque ieri il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha cercato di stemperare, rispedendo al mittente molte critiche dal sapore elettorale: “Un Paese non può dividersi sull’esigenza di sostenere e promuovere la sua scuola – ha detto Mattarella da Vo’ Euganeo, paese particolarmente colpito dal Covid e dove ha voluto inaugurare l’anno scolastico –. La riapertura della scuola è una prova per la Repubblica. Per tutti. Nessuno escluso”. Mattarella, tuttavia, non ha negato i problemi esistenti, puntando il dito su una piaga antica dell’emisfero istruzione. “A subire le conseguenze più pesanti del lockdown sono stati gli studenti con disabilità – ha attaccato il Capo dello Stato –. Nella ripartenza della scuola l’attenzione a questi studenti dovrà essere inderogabile, a cominciare dall’assegnazione degli insegnanti di sostegno”.

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