Zingaretti contro Zingaretti

Contrordine compagni, comunque vada il Governo dovrebbe essere al riparo, almeno nelle intenzioni, dall’esito quantomeno del referendum (il resto chissà): “C’è un sovraccarico di politicizzazione che abbiamo prodotto un po’ tutti. Certo ci sarebbero difficoltà, ma non sono convinto che se dovessero prevalere i No cadrebbe il Governo”. Ecco, con queste parole lo Zingaretti odierno, nella sua relazione alla direzione del Pd, corregge, o meglio ribalta, lo Zingaretti che, qualche giorno fa, in un appassionato intervento a Repubblica, scriveva: “Quello che è difficile da affrontare sono le furbizie, i bizantinismi o le ipocrisie di chi sostiene che perdendo le Regionali e vincendo il No, si può continuare tutto come prima, senza riflessi sulla vita del Governo e della legislatura”.

Contrordine anche sull’allarme democratico causato da un’eventuale vittoria del Sì, in assenza di correttivi in materia di legge elettorale (accordo al momento scritto sull’acqua): “È generico e strumentale – dice nella sua relazione – prevedere che dalla vittoria del Sì scaturirebbe un vento populista inarrestabile, un pericolo per la democrazia”. Anzi, aggiunge, sulla base della vittoria è possibile avviare un cantiere di riforme, altra poderosa autocorrezione rispetto all’uragano populista che il medesimo segretario avvertiva con timore in una nota del 4 agosto: “Sono fondate e sono anche nostre le preoccupazioni espresse da molte personalità sul pericolo di votare a favore del referendum sul taglio dei parlamentari senza una nuova legge elettorale”. 

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