Fico: «Basta scontri sulla scuola. Il Recovery fund? Daremo noi l’indirizzo»

Ci sono state polemiche sul ruolo da alcuni definito marginale del Parlamento durante l’emergenza.
«Sono soddisfatto di come la Camera ha gestito l’emergenza, si è fatto un lavoro enorme. Nonostante le difficoltà l’istituzione è stata una bussola per la collettività anche in termini di divulgazione: abbiamo avuto un picco di accessi al portale».

Facendo un bilancio di metà mandato di cosa è più soddisfatto e cosa invece andrebbe migliorato?
«Abbiamo svolto un lavoro significativo per il taglio dei vitalizi degli ex parlamentari, le desecretazioni, l’avvio dei concorsi. L’obiettivo è quello di avere un’istituzione ancora più solida, capace di rispondere al meglio alle esigenze del Paese e che sia punto di riferimento per i cittadini. Proseguiremo su altri dossier come la digitalizzazione».

L’attività legislativa è andata a rilento?
«Sono stati due anni e mezzo complessi, un anno fa nasceva il secondo governo Conte che ha messo in cantiere diverse iniziative. Sulle politiche ambientali occorrono sforzi ulteriori. Credo possano costituire un’unità di misura del coraggio di questo Parlamento: oltre a essere la risposta a un’esigenza globale, sono la chiave per riprogettare la società e darci vere opportunità di crescita in modo sostenibile».

Ovvero?
«Per esempio la legge sull’acqua pubblica. Si tratta di dare piena applicazione alla volontà dei cittadini espressa con un referendum. È necessario farlo e siamo in ritardo. E occorre continuare a lavorare sulla messa in sicurezza del territorio. Lo dimostra quanto sta accadendo purtroppo in questi giorni».

A proposito di referendum, fra tre settimane si vota.
«Da presidente della Camera auspico che ci sia un dibattito ampio e approfondito. I cittadini devono poter votare in modo pienamente informato e consapevole».

I dem chiedono con urgenza di votare al più presto i correttivi per il taglio dei parlamentari. A partire dalla legge elettorale. Che tempi ci sono?
«Li decideremo in conferenza dei capigruppo mercoledì. Dipende però dai lavori in commissione Affari costituzionali. Se celeri, c’è la possibilità che vada in Aula entro la fine di settembre».

Se passa il referendum dovrete lavorare con il Senato alla revisione dei regolamenti.
«Abbiamo avviato un confronto in Giunta nei mesi scorsi, la richiesta di buona parte delle forze politiche era quella di iniziarci a lavorare nel dettaglio solo dopo l’esito del referendum. Ed è quello che faremo senza alcun dubbio, mi auguro con una ampia convergenza fra maggioranza e opposizione».

Il governo dovrà gestire la ripartenza con un occhio anche ai numeri dei contagi. Come ha gestito il premier Conte questi mesi?
«Sicuramente bisogna tenere la guardia alta sul fronte sanitario e mi sembra che il governo lo stia facendo».

Settembre sarà anche il mese in cui si inizierà ad affrontare il tema del Recovery fund.
«Abbiamo già messo in calendario le prime audizioni che farà la commissione Bilancio, in alcuni casi insieme alla Politiche europee. Il Parlamento, in coerenza con il suo ruolo, darà un indirizzo votando un testo che impegna il governo su determinate priorità. Poi interverrà nella struttura della legge di Bilancio».

Si è schierato per l’alleanza con i dem, Luigi Di Maio ha proposto poi una alleanza stabile per le Amministrative 2021, ma c’è chi frena nel M5S e anche Renzi è scettico.
«Un anno fa parlavo delle necessità di un confronto con il centrosinistra e il Movimento decise di seguire quella strada. Così nacque il governo Conte II. Aprire un confronto sulle amministrative è una scelta che condivido, ma è necessario che parta dai territori».

A proposito di confronto però Virginia Raggi è già candidata a sindaco
«Virginia Raggi e Chiara Appendino hanno aperto una strada, prima ancora che il Movimento andasse al governo. Hanno affrontato sfide difficili, governando due città complesse. Non sono solo due sindache uscenti, sono due punti saldi del M5S».

A suo avviso l’esito delle Regionali avrà ripercussioni sul governo?
«Non credo che un voto regionale possa essere direttamente legato al governo, perché in ogni regione ci sono dinamiche e temi che riguardano anzitutto quei territori».

Come mai Pd e M5s non hanno presentato candidati unitari, se non in Liguria?
«Vito Crimi ha fatto un lavoro prezioso di ascolto dei territori e l’accordo in Liguria è stato un primo passo da non trascurare. Altrove il Pd ha avuto meno coraggio, penso alla Campania dove si sarebbe potuto trovare un accordo».

Molti invocano gli Stati generali subito: sono così urgenti? Parteciperà anche lei?
«Sicuramente parteciperò. Su questo sta lavorando Vito Crimi e ho fiducia in lui».

Il M5S appare sempre più diviso: teme una scissione?
«Il Movimento si è sempre alimentato con il confronto tra sensibilità differenti al suo interno. Non è la sua debolezza ma la sua forza. Deve poi seguire una sintesi avanzata e chiara per tutti».

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