Autostrade, il premier, il M5S, il Pd Chi vince, chi perde nel bis dello Stato

La famiglia Benetton è davvero fuori da Autostrade? Incasserà dei soldi, e quanti, da questa operazione? Quando terminerà il percorso che porterà al cambio nella proprietà di Autostrade per l’Italia, nuova società a controllo pubblico? Ha vinto il governo, insomma, oppure Autostrade? E se ha vinto il governo quale linea ha prevalso, visto che al suo interno ce ne sono state almeno tre: quella più dura del M5S, quella più morbida del Pd e quella della mediazione del premier Giuseppe Conte? A sentire le dichiarazioni della notte scorsa e di ieri, sembra già tutto fatto e tutti si dichiarano vincitori. Ma nel complesso algoritmo che trasformerà Autostrade in una nuova società a controllo pubblico mancano alcuni dati, altri restano ancora troppo incerti per poter emettere fin da ora un verdetto finale e dettagliato. Alcuni punti, però, sono chiari.

Il ruolo dei Benetton

«I Benetton sono fuori, ce l’abbiamo fatta» dice per il Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio. Per raggiungere questo obiettivo, la partecipazione della famiglia nella nuova società Autostrade dovrà scendere dall’88% di oggi a meno del 10%, soglia al di sotto della quale non si ha più diritto a un posto in consiglio d’amministrazione. Al momento, naturalmente, non è così. E nemmeno il semplice ingresso di Cassa depositi e prestiti basterebbe da solo a raggiungere l’obiettivo. Servirà l’ingresso di nuovi soci privati per diluire ulteriormente la quota della famiglia. Negli ultimi giorni sono stati fatti diversi sondaggi e sono arrivati anche dei no. Ma la partecipazione di Cdp, che fa da catalizzatore per i nuovi investitori, dovrebbe consentire di raggiungere il risultato.

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