Autostrade, la revoca è un rebus Spunta l’ipotesi del commissario

Prende quota una nuova ipotesi nell’ingarbugliata vicenda della concessione ad Autostrade. Ed è quella di un commissariamento della società, che potrebbe essere deciso già oggi o più probabilmente nei prossimi giorni. Al di là degli aspetti tecnici, sarebbe un modo per prendere tempo rispetto alla madre di tutte le decisioni che, ormai a due anni dal crollo del ponte Morandi, resta ancora ferma davanti a un bivio. E che anche dopo il consiglio dei ministri di oggi, nonostante il crescendo di annunci degli ultimi giorni, dovrebbe restare congelata.

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Da una parte c’è la revoca della concessione o l’uscita definitiva della famiglia Benetton dalla società, le due opzioni indicate dal Movimento 5 Stelle. Dall’altra l’ingresso massiccio di Cassa depositi e prestiti che prenderebbe il controllo dell’azienda, portando a una nazionalizzazione di fatto di Autostrade, l’ipotesi sostenuta dal Pd e da Italia viva. PUBBLICITÀ

La nomina del commissario, oltre ad avere il vantaggio tattico del rinvio, consentirebbe di non trasferire temporaneamente la concessione nelle mani di Anas, cosa che avverrebbe invece in caso di revoca diretta. Un parentesi che, al di là delle rassicurazioni degli ultimi giorni, rappresenterebbe un passaggio tutt’altro che semplice. Il commissariamento, invece, metterebbe in sicurezza i lavoratori e le attività di Autostrade, visto che nei fatti sarebbe sempre la stessa azienda a svolgere i compiti che le spettano, anche se con una testa diversa. Il negoziato

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